L’Espresso in un inchiesta pubblicata nell’ultimo numero rivela che, grazie a un accordo internazionale per la lotta al segreto bancario, l’Agenzia delle Entrare è entrata in possesso di dati per oltre un milione di conti intestati a italiani in cento paesi tra cui anche tanti paradisi fiscali ,in virtù del quale a Roma piovono masse di dati sulle ricchezze nascoste dagli italiani in decine di paradisi offshore, si scoprono le manovre per nascondere i tesori, ne viene fuori che su oltre un milione di conti esteri intestati a cittadini italiani, risultano aver depositato in banche straniere più di 85 miliardi di euro.
A Roma piovono masse di dati sulle ricchezze nascoste dagli italiani in decine di paradisi offshore, grazie agli accordi internazionali promossi da Ocse è scattata una nuova procedura di collaborazione tra Stati che sta facendo cadere il muro del segreto bancario in decine di nazioni, compresi storici paradisi e centri offshore, dalla Svizzera a Montecarlo, Panama, Hong Kong, Singapore e Isole Vergini.
I dati scoperti da L’Espresso fotografano la massa di informazioni trasmesse al fisco italiano tra il 2017 e il primo semestre 2018, nella prima fase di applicazione dei nuovi accordi internazionali: un maxi-archivio digitalizzato che comprende tutti i nomi dei cittadini italiani che risultano titolari di oltre un milione e centomila conti bancari in circa 50 paesi stranieri, con depositi complessivi che ammontano, appunto, a oltre 85 miliardi e mezzo di euro.
In questi ultimi mesi, a partire dal secondo semestre 2018, la direzione centrale dell’Agenzia delle Entrate ha ottenuto una seconda ondata di informazioni sulle ricchezze detenute da cittadini italiani all’estero, con altri milioni di nuovi dati bancari e finanziari provenienti da oltre 90 paesi aderenti all’Ocse, la più importante organizzazione economica internazionale.
Per magistrati ed esperti di reati tributari intervistati la procedura di scambio automatico varata dall’Ocse può diventare la base per una svolta storica nella lotta alla grande evasione fiscale internazionale.
L’inchiesta giornalistica ricostruisce anche le contro-misure adottate segretamente da alcune banche estere e da importanti centri offshore per cercare di coprire i clienti più ricchi e sfuggire ai nuovi obblighi internazionali di trasparenza, le indagini avviate dalla Procura di Milano e dalla Guardia di Finanza sono finalizzate a smascherare decine di migliaia di evasori italiani ancora protetti dall’anonimato, a livello globale, sempre secondo i dati pubblicati nel giugno scorso dall’Ocse, i nuovi accordi internazionali contro il segreto bancario hanno ridotto di ben 551 miliardi di dollari le enormi masse di denaro trasferite dai ricchi e potenti del mondo nei paradisi offshore per sfuggire alle tasse nazionali, aggravando così i carichi fiscali che pesano sui normali cittadini.
Illusione o forse è davvero l’inizio della fine dell’evasione fiscale internazionale?
Alfredo Magnifico