Riceviamo e pubblichiamo
Delicati quanto importanti i temi all’ordine del giorno, dal ruolo della chimica in agricoltura all’importanza della rivendite agricole, dall’uso consapevole dei fitofarmaci ai rapporti con le istituzioni. Sì, perché Compag, la Federazione Nazionale dei commercianti di prodotti per l’agricoltura che rappresenta da sola circa il 66% della filiera, di lavoro ne ha fatto e ne farà. “Oggi Compag c’è” è stato l’esordio del presidente Compag Fabio Manara ai convegni. “Oggi la nostra associazione è viva, rappresentativa e sempre più riconosciuta dalle istituzioni pubbliche come un interlocutore affidabile. Quest’anno il nostro impegno è aumentato, abbiamo partecipato a numerosi tavoli tecnici presso il Ministero delle Politiche Agricole e quello della Salute, e siamo stati ascoltati in relazione a questioni importanti, come ad esempio quella sul glyphosate, o ancora in merito all’emendamento alla legge di bilancio in discussione – ora definitivamente eliminato- che intendeva portare l’iva per i prodotti fitosanitari dal 10% al 22%, causando un insostenibile aggravio sui costi di produzione delle aziende agricole”. Fatti confermati da Piero Catelani, consulente Compag presso i Ministeri, che ha fatto il punto della situazione in merito al tavolo per le emergenze fitosanitarie e a quello per le colture minori. Catelani ha dichiarato che il tavolo tecnico sulle emergenze fitosanitarie è pronto per presentare al Ministero della Salute una richiesta che contempli la possibilità di autorizzare l’immissione in commercio di eventuali prodotti fitosanitari extra per un periodo non superiore ai 120 giorni, e questo nei soli casi di avversità per i quali non si disponga di altro metodo di controllo efficace. Per il 2018 sono in discussione 468 estensioni di autorizzazione. Per quanto riguarda il tavolo tecnico sulle colture minori, questo dovrà richiedere al Ministero della Salute autorizzazione sull’utilizzo di fitosanitari in culture di piccola scala sulle quali mancano prodotti per la difesa registrati. Sono stati 33 i casi di colture minori trattati in occasione dell’ultima riunione tecnica, e tutte presentavano avversità per le quali non esistono soluzioni tecniche di controllo. Anche in questo caso, le richieste del tavolo tecnico dovranno trovare l’interesse delle industrie di produzione prima di essere validate e autorizzate dal Ministero della Salute a fronte della presentazione di un dossier comprendente gli studi sull’efficacia, la selettività e i residui.
Tema di primaria importanza al Convegno nazionale Compag anche il ruolo della scienza in agricoltura, talvolta erroneamente offuscato da arbitrarie motivazioni politiche che cercano di screditare la salubrità di qualsiasi coltura non biologica. Il quadro normativo europeo risulta invece tra i più stringenti al mondo, e l’Italia, in questo, è la più virtuosa”. Negli ultimi 15 anni la Direttiva Europea 91/414 ha ritirato dal mercato il 70% delle sostanze precedentemente ammesse. Il successivo Regolamento 1107 del 2009 ha ulteriormente aumentato le limitazioni. La Direttiva 128/2009 ha poi vincolato gli stati membri EU al rispetto di Piani d’azione nazionali contenenti indicazioni molto precise sulla formazione degli operatori, sull’uso dei fitosanitari e sull’obbligatorietà della lotta integrata. “Il maggior controllo, l’introduzione di nuove sostanze con maggior contenuto tecnologico e il miglioramento delle tecniche applicative hanno portato a una drastica riduzione nell’utilizzo dei fitosanitari in agricoltura che, secondo l’ISTAT, nel decennio 2004-14 è sceso del 15,8%” ha proseguito Vittorio Ticchiati, Direttore di Compag. “Un meccanismo virtuoso che non ha avuto ripercussioni sulle rese e che ha invece migliorato la qualità delle produzioni. Ora, però, non bisogna cadere nella troppa restrittività, pena la sopravvivenza del comparto agricolo. Le aziende devono essere infatti in grado di conservare le rese produttive per non soccombere alla concorrenza internazionale per gli accordi presi all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che rende lecito l’import da Paesi con ben più bassi parametri restrittivi”.
In questo quadro generale, con il prodotto europeo – e quello italiano in primis – garantito dal più rigido sistema di controllo al mondo, risultano incomprensibili le polemiche nazionali sull’uso dei fitosanitari in agricoltura. Un esempio fra tutti, la recente campagna “anti glyphosate” che ha indotto il Governo a sospenderne l’uso mettendo in discussione le risultanze degli studi degli istituti scientifici preposti e l’intero sistema di controlli e autorizzazioni. Secondo quanto emerso e con dati alla mano, l’Italia potrebbe far virtù della qualità delle sue produzioni agricole esportandole nel mondo, ma non ce ne sono abbastanza. Non c’è prodotto, non c’è sufficiente superficie coltivabile per il fabbisogno interno e per l’Export. Secondo l’International Grain Council, la produzione di commodity agricole mondiali per il 2018 è in calo del 3%, nonostante un previsto aumento della domanda per la crescita dei consumi alimentari, zootecnici e industriali.
Anno |
Frumento |
Mais |
Soia |
Riso |
2017/18 |
748 |
1034 |
348 |
482 |
2016/17 |
754 |
1079 |
350 |
486 |
Var % |
– 0,8 |
– 4 |
– 0,6 |
-0,8 |
Riporti 2017/18 (var.% su anno) |
249 (+2,9%) |
203 (-13,6%) |
39 (-11,6%) |
120 (-2,4%) |
Meno riso, meno soia, meno mais, meno frumento, meno stock presso i maggiori esportatori, ma con scorte in abbondanza grazie alle riserve della Cina in grado di coprire il 60% del fabbisogno mondiale. Un aperto dibattito, moderato dal giornalista televisivo Davide Mengacci, ha sviscerato molte questioni aperte sollecitando il confronto tra il Presidente di Compag Fabio Manara, il rappresentante del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e del servizio fitosanitario centrale Alberto Masci, il Presidente Agrofarma – Federchimica Alberto Ancora, il Presidente di Confagricoltura Bologna Guglielmo Garagnani, il vice il Vicepresidente Nazionale Confagricoltura Matteo Lasagna, il Presidente di Aretè Srl Mauro Bruni e il Vice Presidente Anacer e AD di Bunge Italia Spa Alessandro Vitiello. Tutti concordi nell’affermare che l’economia agricola italiana necessiti di un’accurata analisi oltre che di efficaci manovre garantiste per non incorrere nel rischio di venire fagocitata da ben più aggressivi e meno controllati sistemi produttivi extraeuropei. In questo le rivendite agrarie, messe nella condizione di operare con la dovuta formazione e normativa, dovrebbero mantenere un ruolo di primaria importanza.
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