Le Entrate si impegnano con decisione per prevenire e contrastare i casi, numericamente marginali, di comportamenti indebiti realizzati dai dipendenti infedeli. La battaglia culturale dell’Agenzia delle Entrate contro la corruzione e gli illeciti non si ferma. Ma oltre alla reazione e al controllo interno, l’Agenzia lavora sulla prevenzione a più livelli. Per tutelare il buon nome della totalità dei 40mila dipendenti che lavorano quotidianamente con onestà e dedizione al servizio della collettività.
L’Agenzia delle Entrate è da sempre impegnata a favore della legalità, per isolare i dipendenti infedeli. In questi ultimi tre anni, sono stati adottati 822 provvedimenti disciplinari, tra i quali 83 licenziamenti.
Gli strumenti per contrastare i comportamenti scorretti – L’Agenzia promuove costantemente iniziative formative e comunicazionali allo scopo di contenere concretamente il rischio di irregolarità, frodi interne, sanzioni giudiziarie o amministrative, danni erariali. Tra queste si evidenziano:
– la periodica rotazione negli incarichi sia per i funzionari che per i dirigenti;
– la sensibilizzazione e la formazione del personale sui temi del controllo interno e della corruzione;
– il potenziamento specifico dei presidi antifrode nei processi dell’Agenzia;
– il riscontro sistematico delle possidenze dichiarate dai dirigenti;
– l’obbligo di formazione tecnica per gli addetti al contrasto dei fenomeni corruttivi;
– la formazione sui temi della corruzione per tutti i neoassunti;
– l’approfondita valutazione dell’azione manageriale dei dirigenti per casi corruttivi posti in essere dai propri dipendenti;
– la diffusione dei principi comportamentali e dei valori etici negli uffici;
– l’emanazione di manuali sulla correttezza comportamentale;
– la spinta a una maggiore trasparenza nello svolgimento delle attività istituzionali;
– lo sviluppo di applicazioni informatiche di supporto per il monitoraggio evoluto degli atti dell’Agenzia.
L’Agenzia al fianco degli inquirenti – L’Agenzia delle Entrate collabora costantemente con l’Autorità Giudiziaria fornendo ogni elemento utile ad indagini in corso o con segnalazioni di reato risultanti da inchieste amministrative interne, spesso molto complesse, mirate sia all’individuazione delle responsabilità soggettive che alla ricostruzione delle modalità con cui è stato realizzato l’illecito.
L’attività disciplinare dell’Agenzia – In tre anni sono stati arrestati 27 dipendenti, spesso per aver commesso reati di corruzione e concussione. In questi casi, le Entrate provvedono immediatamente alla sospensione cautelare dal servizio dei dipendenti; nei tempi e con le modalità previste dalla normativa vigente adottano il licenziamento
senza preavviso senza attendere la conclusione del procedimento penale. In particolare, nei casi di arresto in flagranza di reato, convalidati dal giudice per le indagini preliminari, l’Agenzia applica la sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso. Agli strumenti disciplinari e sanzionatori si associano le misure risarcitorie per tutelare l’istituzione e la dignità dei dipendenti che operano onestamente e scrupolosamente, giorno dopo giorno.
40mila dipendenti al servizio del Paese – I dati degli ultimi tre anni confermano che i comportamenti illeciti riguardano lo 0,2% del personale dell’Agenzia: un numero marginale rispetto alla totalità delle 40 mila dipendenti. Molto più importante e significativo per l’istituzione è il lavoro delle donne e uomini che lavorano con dedizione all’Agenzia delle Entrate e contribuiscono con il proprio onesto lavoro a promuovere l’adempimento fiscale e il contrasto all’evasione a beneficio dello sviluppo del Paese e della collettività.
Prevenzione e reazione, le due facce della lotta alla corruzione – Da più di due anni l’Agenzia ha introdotto una procedura di whistleblowing per permettere a tutti di fornire il proprio contributo. Con questa procedura, i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate possono segnalare le condotte illecite di cui sono venuti a conoscenza e aiutare gli organi di controllo interno. Da febbraio 2015 a oggi, tramite l’applicativo di whistleblowing sono pervenute 223 segnalazioni. Tutte le segnalazioni sono state analizzate e nei casi più gravi è stata coinvolta l’Autorità giudiziaria competente.
I numeri dell’attività di auditing – Negli ultimi tre anni la direzione Audit dell’Agenzia ha effettuato 474 inchieste amministrative interne sugli uffici e 3.601 ispezioni per verificare situazioni di incompatibilità e cumulo impieghi. Sulla base di queste attività sono state inoltrate 86 informative di reato alla competente Autorità giudiziaria e 25 denunce alla Corte dei Conti, nonché ulteriori segnalazioni per l’avvio di procedimenti disciplinari. A seguito dell’attività di “iniziativa”, nel corso del 2016 la Direzione Centrale Audit ha svolto 27 inchieste amministrative interne dalle quali sono scaturite, tra l’altro, 10 denunce all’Autorità giudiziaria e alcuni licenziamenti di dipendenti.
La nuova organizzazione interna – Dal primo aprile è operativa la nuova articolazione interna della Direzione Centrale Audit, che risponde a esigenze di conformità agli Standard Internazionali. Requisito essenziale dell’internal audit, infatti, è la condizione di indipendenza funzionale e operativa, al fine di evitare situazioni di conflitto di interesse e garantire l’imparzialità del proprio giudizio. Questa indipendenza viene assicurata dal collocamento della funzione alle dirette dipendenze del Direttore dell’Agenzia e dalla completa estraneità alle attività oggetto di verifica.