Dalla lettura dell’articolo 47 della legge di bilancio 2021, che è in corso di esame alla Camera, emerge che entro la fine dell’ anno sono a rischio decine di migliaia di contratti a tempo determinato, che non potranno essere rinnovati o prorogati.
Le aziende non si possono avvalere di una ulteriore proroga oltre quella del decreto di agosto, così in tanti rischiano di restare a casa, a causa dei paletti introdotti dal decreto grillino.
Con il decreto agosto, è stato modificato l’articolo 93 del decreto rilancio stabilendo che, in deroga al decreto dignità voluto dai Cinque Stelle, e fino al 31 dicembre, è possibile rinnovare o prorogare per un periodo massimo di 12 mesi e per una sola volta i contratti a tempo determinato, anche senza causale.
La norma è già stata utilizzata da molte aziende nel periodo estivo, perchè applicabile anche ai contratti di somministrazione, per prorogare la durata dei contratti a termine fino alla fine dell’anno.
Adesso che accadrà? L’articolo 47 della legge di bilancio stabilisce che la data del 31 dicembre è sostituita con il 31 marzo. Ma non consente alle aziende di avvalersi di una ulteriore proroga oltre a quella già usata.
L’articolo 93 conferma quindi i vincoli della durata massima della proroga di 12 mesi, e riafferma il principio della possibilità di rinnovare una sola volta e per la durata massima del rapporto di lavoro di 24 mesi.
Se i datori di lavoro quindi si sono avvalsi della opportunità prevista dal decreto agosto prorogando i contratti a termine anche solo per qualche mese, nonostante la norma prevista nella legge di bilancio, non potranno più confermare, in deroga, i contratti in scadenza.
Restano tagliati fuori, fa notare Il Sole 24 Ore, anche quelli che durante la pandemia hanno nel frattempo raggiunto il limite dei 24 mesi della durata di contratto pur restando prevalentemente in cassa integrazione.
Alfredo Magnifico