Quasi una donna occupata su 4 abbandona il posto di lavoro dopo il primo figlio mentre lo Stato spende appena l’1,4% del Pil per famiglia e maternità, contro il 2,1% della media europea, al lordo del record della Danimarca con il 3,7 % della spesa. I dati dello studio titolato “Possiamo permetterci un figlio?” Suonano come un epitaffio alla parità di genere sul posto di lavoro. Una domanda,dalla risposta prevedibile, se per 2 lavoratrici su 3 a causare l’allontanamento non sia, proprio, l’impossibilità di far camminare insieme casa e lavoro per la cronica carenza di asili nido strutture ricettive anche aziendali o semplicemente di un supporto familiare. Ad oggi, infatti, l’offerta complessiva di asili nido è pari a 9241 strutture, di cui 41,9% pubbliche (pari a 3869) e 58,1% private (5372). Il che, tradotto, significa per assurdo che ogni asilo nido dovrebbe accogliere 226 bambini,è chiaro quindi che nel nostro Paese, nonostante la bassa natalità, c’è una forte insufficienza di servizi all’infanzia. La sfera economica rende più complesso il quadro: il costo medio nei nidi pubblici è di 311 euro mensili che incide per il 12% sul budget familiare, con un aumento del 2,4% rispetto a tre anni fa.
Alfredo Magnifico
1 donna su 4 lascia il lavoro dopo il primo figlio, insufficienti i servizi all’infanzia
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