Pietro Colagiovanni*
Il territorio: siamo in Veneto, in provincia di Verona nella patria dell’Amarone, uno dei vini rossi italiani più famosi al mondo. E dell’ Amarone il Valpolicella è in pratica la sua versione più giovane, condividendo con questo mostro sacro dell’enologia italiana sostanzialmente lo stesso uvaggio. La cantina Vigneti di Ettore, una cantina storica della Valpolicella, ha sede a Negrar comune di 17.000 abitanti in provincia di Verona.
Siamo in piena Valpolicella zona collinare all’inizio delle Prealpi Veronesi che comprende sette comuni della provincia di Verona e che, sin dall’antichità è conosciuta per l’eccellenza della produzione vinicola. Abitato sin dal paleolitico nel periodo romano il territorio di Negrar vedeva la presenza di numerose residenze di campagna delle famiglie patrizie veronesi. Nel Medioevo fu centro di numerose turbolenze e scontri armati e fece parte del dominio scaligero sino al 1387. Dopo un breve passaggio con i Visconti nel 1405 entrò a far parte del dominio della Serenissima Repubblica di Venezia.
Fu un periodo di prosperità e pace, grazie anche ad una fiorente agricoltura. Negrar vide aumentare la propria popolazione e sul territorio furono realizzate numerose ville venete realizzate da nobili che qui avevano terreni o trascorrevano le proprie villeggiature. Queste ville sono uno dei motivi di grande interesse di Negrar e tra esse si segnalano Villa Bertoldi, Villa Rizzardi e Villa Mosconi Bertaldi. Numerosi anche gli edifici di natura religiosa di pregio e interesse, esempi dell’architettura romanica veronese. Da visitare la Chiesa Arcipretale di San Martino Vescovo con il campanile di epoca romanica e la Chiesa di San Pietro Apostolo, con un ricco corredo di opere d’arte al suo interno.
Il vitigno: il Valpolicella Classico è realizzato con un blend di uve tradizionali della zona. Il 35% è composto da Corvina vitigno a bacca nera originario della Valpolicella. Dà vita a vini dal colore rosso rubino intenso, dai profumi marcati di amarena e frutti di bosco e da sapori di elegante equilibrio tra freschezza e morbidezza. Il 30% proviene invece dall’uva Corvinone, vitigno a bacca nera fino al 1993 confuso con la Corvina. Oggi è riconosciuto come vitigno autonomo e autoctono che produce vini dai colori rosso intensi e dai profumi ben connotati.
Un alrto 25% del Valpolicella Classico deriva dall’una Rondinella, vitigno a bacca nera anch’esso autoctono del veronese. Deve il suo nome probabilmente al coloro molto scuro delle uve tale da ricordare il piumaggio di una rondine. Si usa soprattutto per produrre vini passiti (il famoso Recioto su tutti) per la sua capacità di accumulare zuccheri.
Infine a completare il blend un 5% di uva Molinara, anch’esso vitigno a bacca nera autoctono, detto così per i suoi acini molto pruinosi tanto da sembrare ricoperti di farina e un ultimo 5% di uva Dindarella, vitigno a bacca nera del posto anch’esso autoctono recuperato solo in tempi recenti dall’Istituto Sperimentale di Viticoltura di Conegliano che nel 1987 lo ha iscritto al Registro Nazionale della Varietà di Vite.
Il vino: la Cantina I Vigneti di Ettore nasce nel 1930 per mano di Ettore Righetti, già direttore e presidente della Cantina Cooperativa di Negrar. Ma la famiglia Negretti si occupa di viti da secoli ed oggi il fondatore Ettore l’azienda si avvale dell’aiuto del nipote Gabriele, agronomo ed enologo. Con cinque ettari vitati nel pieno della Valpolicella l’azienda punta tutto sul rispetto della tradizione e del territorio, con una linea di produzione fondata sulla storia di questa terra e con tutti i nomi che hannop fatto grande la sua produzione vinicola: Valpolicella Classico, Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto della Valpolicella.
Il Valpolicella Classico 2018 di questa settimana, dopo la classica vinificazione in rosso, macera in acciaio e si affina alcuni mesi sempre in acciaio. Dal colore rosso rubino compatto con qualche riflesso violaceo esprime un armonico bouquet di profumi di bosco con una gradevole nota speziata in sottofondo. Al sorso è piacevole ed elegante, ben bilanciato tra tannini ben temperati, un corpo giusto ed una acidità che dà il giusto sprint alla bevibilità. Un vino di ottima qualità interprete fedele di una grande tradizione italiana, basata su secoli di lavoro e di operosità. E’ perfetto, a prescindere dai singoli piatti, per accompagnare il classico pranzo della domenica della famiglia italiana.
Valutazione: 4,25/5
Prezzo medio: 16 euro
Rapporto qualità/prezzo: favorevole
* fondatore e amministratore del gruppo Terminus, giornalista, sommellier Ais
Seguimi su Twitter @PietroColagiov1
e su Facebook pagina Terminus Vino e territorio
mail colagiov@virgilio.it