“E’ stato un cammino lungo e impegnativo quello che abbiamo intrapreso per assolvere al nostro dovere di rappresentanza verso i Poliziotti italiani anche e soprattutto in questo processo, in cui in ballo non ci sono solo le sorti dei singoli coinvolti, ma c’è la verità. Una verità che è troppo importante, perché riguarda tutto quanto ci lega a uno Stato per il quale diamo tutto, anche la vita quando serve, e da cui ci aspettiamo lealtà e giustizia. Non è stato facile, e più di qualcuno ha tentato di estrometterci, ma oggi l’Autorità Giudiziaria di Palermo ha nuovamente riconosciuto le nostre ragioni e la nostra legittimazione a prendere parte ad un procedimento in cui portare la voce delle migliaia di Uomini e Donne che rappresentiamo”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, commenta così la costituzione del Sindacato Indipendente di Polizia fra le parti civili all’udienza preliminare a carico di Calogero Mannino, la cui posizione è stata stralciata dal più vasto procedimento penale relativo alla presunta trattativa Stato-mafia. Il giudice Petruzzella, nonostante la forte opposizione registrata in aula da parte della difesa di Mannino, ha ammesso il Coisp al procedimento, proprio come aveva in precedenza fatto anche l’altro Giudice dell’udienza
preliminare di Palermo, Piergiorgio Morosini, nell’ambito del troncone principale del procedimento scaturito dalla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura antimafia per dodici persone tra politici, carabinieri e boss di “Cosa nostra”. “Ma, come già detto, noi ci siamo ancora – insiste Maccari -, grazie soprattutto all’incrollabile determinazione e all’altissima preparazione dell’Avvocato Giorgio Carta, che ringraziamo, e che sappiamo ci affiancherà ancora in questa come in tante altre travagliate vicende. Una persona ed un professionista che dimostra, a suo modo e nel suo campo, cosa voglia dire stare concretamente e sentitamente accanto agli Appartenenti alle Forze dell’Ordine. Proprio come non fanno, invece, molti altri soggetti istituzionalmente deputati a farlo, e proprio come, purtroppo, avrebbero fatto soggetti con ruoli strategici all’interno dell’Apparato Statale secondo
le accuse mosse dall’Antimafia di Palermo. Quanto di più vergognoso, oltraggioso e
insopportabile ci possa essere… qualcosa che, in fondo, speriamo tutti non sia vera perché sarebbe il più grave e profondo tradimento concepibile verso migliaia di persone che indossano la Divisa con onore e con sacrifici inenarrabili”.