Troppe differenze tra Comuni, nel 2015 costo medio di 296 euro, in 4 anni aumenti medi del 32%. La tariffa rifiuti Tari nello scorso anno è pesata, in media, per poco meno di 300 euro a famiglia, il 28% in più rispetto a quanto si pagava per la Tasi, secondo i dati del Servizio Politiche Territoriali della Uil. Per Adoc ci sono ancora troppe differenza tra i vari Comuni, serve un regolamento unico nazionale basato su criteri di equità e reale produzione dei rifiuti.
“Per la Tari riteniamo sia necessario un regolamento nazionale che preveda criteri di tariffazione unica in tutta Italia, basati sull’effettiva produzione di rifiuti – dichiarano dall’Adoc – adottando criteri di misurazione dei rifiuti, attraverso la pesatura o il sistema di svuotamento “vuoto per pieno” collegando i volumi ai kg prodotti. Oggi la Tari si calcola quasi esclusivamente sulla superficie calpestabile di unità immobiliari, iscritte o iscrivibili nel catasto urbano, suscettibili di produrre rifiuti, utilizzando quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte. Un criterio iniquo, che va a penalizzare chi produce pochi rifiuti o adotta un sistema di raccolta differenziata rispettando tutti i canoni. Con la conseguenza che il peso economico dell’imposta è molto elevato per numerosi nuclei familiari. In media nel 2015 la spesa è stata di 296 euro, 66 euro in più rispetto alle precedenti previsioni della Tasi, con discrepanze enormi tra Comune e Comune. Crediamo sia doveroso rivedere il sistema tariffario, improntandolo a criteri di equità e correttezza che oggi sembrano mancare. Non è solo una questione economica, ma anche ambientale.
E’ indispensabile, inoltre, prevedere la presenza di tutte le Associazioni di rappresentanza, comprese le Associazioni dei consumatori, nel processo di definizione degli standard qualitativi e quantitativi dei contratti di servizio stipulati tra i gestori dei rifiuti urbani e le amministrazioni locali, in base all’art.2 comma 461 della Legge 24 dicembre 2007, n.244 (Finanziaria 2008)”.