Una verità che ho inteso perseguire, in qualità di presidente della Terza Commissione consiliare permanente, cominciando fin dal novembre scorso con una serie di attività istituzionali tesa all’acquisizione sia degli atti autorizzativi sia dei risultati delle indagini ambientali effettuate negli anni sui terreni e sulle falde acquifere della zona.
Il caso dei pozzi di Cercemaggiore, con la congiunta azione di verifica relativa a cosa sia stato effettivamente sversato nelle vasche e nei siti intorno ai quali si registrano picchi anomali di radioattività superiore fino a 10 volte a quella del fondo naturale, è anche all’attenzione – come è noto – del Ministero dell’Ambiente.
In questo percorso, i Comuni di Cercemaggiore, Riccia, Santa Croce del Sannio (BN) e Castelpagano (BN) hanno deliberato di avviare la class action tesa al chiarimento definitivo dell’intera vicenda e delle eventuali responsabilità collegate all’inquinamento che oggi è certificato dalle analisi dell’Arpa Molise.
L’obiettivo di queste azioni sinergiche, come è evidente, è uno solo: dare risposte a chi vive in quei territori. Abbiamo tutti il dovere di fornire motivazioni serie, rigorose e scientifiche ai troppi decessi che si sono registrati in passato e che ancora oggi distruggono vite, famiglie, affetti.
Un “percorso verità”, quello avviato dai Comuni, che mi vedrà sempre partecipe, in maniera attiva, propositiva e collaborativa: dobbiamo avere certezze sulle quali poter avviare politiche incisive, che salvaguardino la salute dei nostri cittadini e che diano risposte agli interrogativi per troppo tempo rimasti senza alcuna risposta.