Cadere nella tentazione di acquistare un cane per la famiglia con questa razza è molto facile, perché i labrador sono come le ciliegie: uno tira l’altro e nell’ambiente questa tendenza viene descritta come “Labrador Mania“. Abbiamo ascoltato uno degli allevatori più noti della Regione Molise di questi stupendi animali, che ha il suo “quartier generale” a Vinchiaturo, dove sorge l’allevamento “Monteverde Labrador”. Giuseppe Paventi, noto per essere fondatore e vice-presidente dell’associazione di soccorso e centro di formazione Molise Emergenza, ormai da anni si dedica anche all’allevamento di cani, razza labrador, partecipando con i suoi magnifici esemplari anche a competizioni nazionali ed internazionali, con risultati lodevoli. Nel corso del 2013 diverse sono state le gare canine a cui Peppe, come lo chiamano tutti, ha concorso con i suoi splendidi animali, classificandosi sempre nei primissimi posti, in tutte le categorie a cui ha concorso.
Giuseppe da dove nasce la passione per i cani e in particolare per questa razza?
“Naturalmente come ogni passione, anche questa non ha origini ben specifiche, soprattutto poi, quando si parla di animali. Nel mio caso ho sempre avuto una grande affinità con gli animali in generale e quando mi sono imbattuto nei labrador è stato facile iniziare a dedicar loro quasi tutta la mia giornata. Diciamo che è bastato seguire l’istinto”.
Ti riconosco tutti ormai come un allevatore molto competente e preparato. A cosa punti per il prossimo futuro.
“L’obiettivo principale per un allevatore è sicuramente la selezione e il miglioramento della razza, poi ognuno esprime il significato di queste parole in maniera molto soggettiva nell’ambito del proprio lavoro d’allevamento. Nella mia testa esiste una tipologia di labrador che intendo raggiungere accoppiamento dopo accoppiamento, tento di costruire il soggetto che soddisfa il mio gusto personale, chiaramente nel rispetto dello standard di razza che deve rimanere il più elevato possibile.”
Ritornando ai cani che allevi, pensi che gli allevamenti italiani di labrador abbiano raggiunto un buon livello di selezione per la razza?
“Credo che siamo aulla strada giusta, non tanto per i riconoscimenti internazionali che soprattutto nel 2013 sono arrivati ai labrador allevati nel nostro Paese, ma soprattutto perché conosco gli allevatori di questa razza e so bene che in questa dimensione tutti profondiamo una grande passione ed attenzione. Proprio partecipando alle varie competizioni, in cui si ha materialmente l’occasione di ragionare tra colleghi e confrontarsi, emerge proprio la maturità che noi italiani stiamo raggiungendo in questa attività. Il rovescio della medaglia però esiste ed è che anche semplici amatori possono far fare cucciolate ai loro animali e mettere in commercio animali che non corrispondono a standard specifici. Sia chiaro, ogni cane per me è uguale ad un altro, meritevole di amore, cura e rispetto, ma il lavoro d’allevamento consiste in un’altra cosa, ossia nella selezione della razza che si fa con consapevolezza e cognizione e non è certo finalizzato alla produzione di cuccioli fine a se stessa. Il fatto di avere qualche campione in linea genealogica non significa nulla, molti cani li hanno o addirittura ne sono i figli e sono soggetti che non spiccheranno mai. Ripeto ancora, mi riferisco di corrispondenza allo standard, poi per me tutti i labrador sono belli!”
Ci parli dei suoi esemplari e dei risultati che ha raggiunto.
“Preferisco dedicarmi prevalentemente ai colori tradizionali giallo e nero e al di là dei risultati in esposizione, che comunque ogni volta ci soddisfano tantissimo, credo che tutti i miei cani abbiano le peculiarità utili ad aiutarmi ad ottenere i risultati di selezione a cui prima facevo riferimento. Ottima morfologia, ottimo carattere e ottima genealogia d’appartenenza. Sono tutti cani molto bilanciati ed equilibrati e proprio grazie a questi aspetti caratteriali possono essere utilizzati anche per scopi socialmente utili.“
Per lei allevare i cani è più un hobby o una professione?
“In realtà un po’ entrambe le cose.
Sull’attività d’allevamento non ci si possono tirare fuori grandi margini se non quelli utili a ripagarsi le pesanti spese di mantenimento dei cani, delle esposizioni e delle strutture.
Se poi non avessi l’aiuto fondamentale e continuo della mia compagna Ivana, non credo sarei potuto arrivare fino a questo punto.
Comunque fin quando riusciremo con serenità a dedicarci a questa attività lo faremo senza ombra di dubbio, non guardando assolutamente al denaro come traguardo finale”.
In due parole, cosa pensi della razza che allevi…
“Beh la risposta è scontata e chiaramente di parte, è la migliore del mondo, non ha una solo controindicazione. Credo che se si chiedesse a un ragguardevole numero di persone di disegnare un cane, la maggior dei disegni raffigurerebbe un labrador.
Direi che è il cane per definizione, molto versatile ed intelligente, silenzioso, è difficile sentirlo abbaiare, mansueto ma anche energico e frizzante quando ce n’è bisogno.
Abbastanza forte per poter salvare un uomo in acqua e tanto delicato e sensibile da poter essere impiegato come sostegno e terapia per i bambini disabili.
Il labrador può essere utilizzato pressoché per ogni attività: è un cane da caccia, da riporto per la precisione; è un cane d’acqua, elemento nel quale si trova naturalmente a suo agio; ha un fiuto infallibile, infatti ormai ha soppiantato le altre razze nell’affiancamento delle forze dell’ordine, come cane anti-droga e da ricerca dispersi.”
Quindi anche utilità civile..
“Assolutamente. I labrador generalmente sono spesso utilizzati nelle emergenze e nel soccorso.
Anche io, considerata la mia attività professionale, ho addestrato alcuni cani per la ricerca dispersi e spesso sono chiamato dagli organi di Protezione civile a prestare assistenza di quel tipo.
Questa nota, di non poco conto, regala al Labrador un ulteriore punto a suo favore.”
Peppe, siamo davanti ad un cane perfetto allora…
“Bè si, direi proprio di sì!”