Con otto bicchieri di acqua al giorno il nostro cervello si mantiene in forma. Con pochi millilitri in più le facoltà cognitive migliorano. E mangiare una barbabietola rossa prima di sostenere un esame serve ad avere la giusta concentrazione.
Nella nostra cultura, dovrebbe essere ormai noto a tutti, un’alimentazione sana è alla base di un corretto stile di vita. Ma al benessere del corpo occorre accompagnare quello del cervello. Di ciò si occupa la cosiddetta neuro~nutrizione. La dottoressa Sara Valente, specialista del settore, intervenuta in un centro sportivo alle porte di Campobasso, ha illustrato l’opportunità di assumere alcuni alimenti essenziali nella prevenzione dell’invecchiamento cognitivo. Il nostro cervello, costituito da acqua per l’80 per cento, si ossigena e si idrata proprio con acqua dura di sorgente, senza additivi, oppure con acqua di cocco, succo di aloe vera e olio di cocco. Quest’ultimo se abbinato a due datteri può fornire pure la giusta energia per svolgere attività fisica.
C’è poi l’olio extra vergine d’oliva, principe della dieta mediterranea, che utilizzato a crudo apporta i nutrienti utili a contrastare i radicali liberi. Mentre il triptofano, precursore della serotonina, responsabile dei disturbi del sonno, dell’umore e dell’ansia, e molto importante nell’equilibrio psicofisico, si assorbe attraverso i legumi, la carne di tacchino, l’orzo, il farro, il pesce, la frutta secca, il cacao amaro, il cioccolato extra fondente, l’uovo o il caviale, lo yogurt acido e, in particolare, i semi di chia.
“Assumendo alla sera due cucchiai di semi di chia con una fetta biscottata integrale – consiglia la dottoressa Valente – il sonno non mancherà. Invece sul fronte carboidrati, con soli 62 grammi, pari a tre cucchiai di miele grezzo, il cervello è ben servito”. Per il rifornimento di dopamina, la molla del nostro comportamento motorio, ci vengono in aiuto mandorle, semi di zucca non salati, banane ed avocado.
In merito agli integratori, la neuro~nutrizionista ha sottolineato che vanno inseriti nella dieta giornaliera solo in caso di carenza di alcune sostanze, per tamponare patologie dolorose, tipo l’emicrania, oppure per limitare gli effetti ossidativi provocati dallo sport. E comunque affiancano, non sostituiscono la normale alimentazione e devono essere prescritti da un medico. La migliore integrazione è a base di chetoni, ma in Italia non ancora si diffonde.
Rossella Salvatorelli