Il silenzio che attanaglia i protagonisti della vicenda “Stalla di 12.000 manze”, firmata Granarolo e sponsorizzata da una serie di personaggi più o meno illustri, lascia circolare voci che meritano di essere raccontate e che spiegano tante cose nel momento in cui si confermeranno vere. C’è stato chi vi aveva annunciato che il vero sito della stalla è stato deciso a San Martino in Pensilis, il paese che da quando è nelle mani di Facciolla, come sindaco, ieri, e assessore regionale all’agricoltura e all’ambiente, oggi, è appagato per aver destinato alle pale eoliche ettari del proprio territorio, il grande e vero tesoro che ha dopo la carrese e la Pampanella, e per sacrificarlo, oggi, alla mega stalla della Granarolo.
Dal silenzio di quest’assessore, che incanta la gente con le parole e opera come un navigato doroteo di un tempo, è uscita la notizia che un gruppo di proprietari terrieri, prim’ancora che coltivatori, è andato a visitare la stalla spagnola di oltre 7.000 manze nei pressi di Saragozza, nel bel mezzo di un parco eolico. Se la notizia è confermata, c’è da dire che sono lì per essere convinti della bontà del progetto e la definizione della vendita del terreno che serve per la piattaforma di cemento che sopporterà la stalla.
E allora c’è da credere anche all’altra notizia uscita dal silenzio del Seminario di Larino e cioè della messa a disposizione dei terreni di Monte Arcano per dare alla Granarolo la possibilità di presentare al Ministero il suo progetto di una stalla di 12.000 manze che, altre voci scappate dal silenzio del sindaco di Larino o di qualche porta borse di vecchia data, è l’unica opportunità per la nostra città e per il Molise.
Opportunità! Una parola che suona bene per la Granarolo che realizza un progetto, finanziato anche con i soldi dei cittadini italiani, in cambio, grazie alla lungimiranza dei parlamentari molisani e del governo regionale e, sempre se risponde a verità la visita dei proprietari terrieri a Saragozza, del ex Sindaco di San Martino in Pensilis, di una colata di cemento, fiumi di acqua, pezzi importanti di paesaggio e ambiente.
Più che di opportunità, al di là di quanto vengono pagati i terreni ai proprietari terrieri, bisogna parlare di svendita di un pezzo di territorio irrigato di San Martino e, con esso, dell’intero Molise. La verità è che non ancora riescono a rendersi conto della situazione grave, pesante che vive il mondo e, tanto più, il nostro Paese a causa di sprechi non più sostenibili, soprattutto quelli riferiti al territorio.
In pratica non sanno quello che fanno in un momento in cui “il passato è futuro”, se uno pensa all’agricoltura e alla ruralità, al bisogno di cibo di qualità, alle tradizioni e, soprattutto, ai paesaggi che, senza le pale eoliche a coprire il paesaggio incantevole del mare tra le Tremiti e il Gargano, sono una straordinaria fonte di emozioni che il turista vuole vivere prima di ogni altra cosa per sentirsi appagato e pronto a tornare.
Il turismo e l’agricoltura sono le due vere opportunità, se diventano programmazione e azione subito, per un Molise che vuole costruire il suo futuro e metterlo a disposizione delle nuove generazioni, altro che una megastalla di 12.000 manze che incide sull’ambiente e il paesaggio e, nel momento in cui questo accade, chiude anche al turismo! Oltretutto, con la messa a disposizione di qualche posto di lavoro in cambio delle possibilità offerte da 100 ettari coltivati irrigati, la megastalla nega la possibilità di produrre cibo di qualità e offende quanti in quel territorio hanno investito in vigne e cantine, oliveti e frantoi, agriturismo e ospitalità.
Il silenzio che coinvolge i protagonisti sopracitati è, comunque, l’aspetto altrettanto preoccupante perché spiega un comportamento che nega il coinvolgimento e la partecipazione alle scelte dei cittadini, a significare che i sindaci, i consiglieri regionali, i parlamentari e, perfino, i rappresentanti del Seminario di Termoli-Larino, proprietario di terreni donati dai larinesi, dei cittadini hanno poca o nulla considerazione. E questo non è una cosa che li fa onore visto che si mette in discussione la democrazia.
Larino Viva