Si è svolta a Termoli il 31 maggio scorso la tavola rotonda cui hanno partecipato numerosi Presidenti di Ordine delle Regioni Abruzzo, Campania , Molise e Puglia al termine del Convegno “L’ambiente ferito nelle terre dell’illegalità. Inquinamento delle catene alimentari, interferenza sul genoma umano” che ha fatto seguito a due importanti iniziative che hanno coinvolto la Commissione Nazionale “Professione, Salute e Ambiente, Sviluppo economico” della Federazione Nazionale degli Ordini e l’ISDE (Associazione Medici per l’ambiente) centro-sud. La larga partecipazione di cittadini e di personale impegnato in Sanità, ha confermato il crescente interesse della collettività verso le problematiche inerenti la tutela dell’ambiente intesa anche come tutela della salute, visto lo strettissimo legame, ormai acclarato, esistente tra numerosi inquinanti e gravi patologie. Uno dei significati più pregnanti dell’iniziativa termolese (patrocinata dalla Federazione Nazionale) è stato il coinvolgimento di numerosissimi medici e degli Ordini Professionali di quattro regioni tra loro confinanti, purtroppo accomunate dalla piaga dell’inquinamento del territorio, spesso accertato e in qualche caso ipotizzato. Un coinvolgimento che ha voluto testimoniare l’impegno della professione medica nella tutela dell’ambiente derivante da precisi dettami deontologici e che porta inevitabilmente ad un allargamento della funzione sociale della medicina. Infatti il medico, essendo il primo testimone delle evidenti ricadute che il danno ambientale provoca sulla salute umana inserita nell’ecosistema, non può restarne indifferente. Dalla tavola rotonda che ha concluso il proficuo convegno e che è stata coordinata dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti della regione Molise dott. Antonio Lupo, è emersa la necessità di chiedere alle istituzioni competenti, proprio in virtù del ruolo di organo ausiliario dello stato svolto dagli Ordini provinciali dei Medici, politiche chiare ed inequivocabili a tutela del territorio, che partano dal presupposto di orientarsi verso un forte ripensamento sull’attuale modello di sviluppo e dell’intero sistema economico al fine di riconoscere la centralità del binomio ambiente/salute. In particolare viene richiesto:
-Rispetto, in ogni caso, del principio di precauzione in base al quale va comunque evitato tutto ciò che rappresenta un rischio per la salute, anche se solo ipotizzato.
-Una corretta gestione dei rifiuti in tutti i comuni, con raccolta differenziata “porta a porta” e iniziative volte alla riduzione, al riuso e al riciclaggio degli stessi.
-Un controllo capillare del territorio per evitare e reprimere discariche abusive e dispersione di inquinanti nell’ambiente.
-Una maggiore attenzione per la qualità dell’acqua e dell’aria con drastica riduzione del traffico urbano e creazione di vaste isole pedonali.
-Creazione di piani energetici regionali che rispettino l’ambiente.
-Eliminazione di ogni forma di nocività negli ambienti di lavoro evitando l’ignobile alternativa, laddove dovesse esistere, “o salute o lavoro”.
-Incentivazione di colture biologiche e adozione di una severa regolamentazione dell’uso dei pesticidi.
-Maggiore attenzione all’esposizione a campi elettromagnetici, evitandone la prossimità a scuole e a centri ad alta densità di popolazione o di presenza di bambini, riesaminando la opportunità di avere aree wireless nelle scuole.
Da ultimo si è unanimemente concordato di sollecitare alle competenti istituzioni la attivazione, dove ancora assente, del registro tumori, strumento purtroppo in uso “a macchia di leopardo” sul territorio nazionale nonostante la riconosciuta e imprescindibile utilità per una concreta e corretta prevenzione in ambito oncologico, vista la genesi ambiente-correlata di molti tipi di neoplasie.
Sono queste le proposte scaturite dal convegno e dalla tavola rotonda dei Presidenti di Ordine delle quattro regioni citate, a tutela della salute dei cittadini che vivono nel contesto sociale nel quale operano i medici. Sono proposte, tra l’altro, in perfetta sintonia con i programmi portati avanti dall’ISDE (Associazione Medici per l’ambiente) con cui sono stati condivisi i programmi e gli obiettivi della iniziativa svoltasi a Termoli.
Gli ordini dei Medici chiedono alle Istituzioni politiche chiare ed inequivocabili a tutela del territorio
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