La cucina si trasforma, evolve ed apre nuove frontiere, anche in virtù di una continua contaminazione, favorita dalla facilità di spostamento delle popolazioni e dall’accesso alla conoscenza che avviene in maniera rapida grazie alle nuove tecnologie. In tutte le città locali nuovi propongono una gastronomia che prima era sconosciuta, soprattutto nei piccoli centri. Il Molise ha opposto per anni una certa resistenza rispetto alle novità, concedendosi spazi minimi per l’innovazione e per le cucine etniche; adesso anche da noi il clima sta cambiando e locali alternativi si susseguono. A Campobasso, ad esempio, soo arrivate le birrereie straniere, la cucina messicana e, quando alcune di queste hanno chiuso o si sono trasformate, ne sono arrivate altre, ad esempio quella brasiliana (che sembrerebbe riscuotere anche un certo gradimento da parte della popolazione). I ristoranti classici, di cucina italiana, ci sono, eccome; ma ad essi sono affiancanti i locali ‘tematici’ ( le steck house, ad esempio) e quelli ‘ibridi’, metà risorante e metà altro. Proliferano i ristopub, che non sono paninoteche in senso stretto, ma propongono anche cucinato caldo ed iniziano a farsi strada i locali dove si mangia, poi si va in piscina o in palestra; insomma si può rimanere in quel luogo mezza giornata, lavoro permettendo, senza annoiarsi. I puristi della cucina storceranno il muso, altri diranno che è il segno giusto della modernità; non c’è un metro di giudizio universale, ma l’importante è che il nuovo non soppianti completamente la tradizione e la memoria dei bei tempi andati. LA RICETTA DELLA SETTIMANA: Sgombro su cialda di farina. Si mescola farina, olio, sale, paprika e si lavora in padella per realizzare una cialda sottile; si fanno saltare in padella olio, aglio e pomodorini, si inforna lo sgombro con la cialda e is realizza un purè di patate. Impiattamento: base di pomodorini, purè di patate e olive polverizzare, sopra lo agombro condito con poco olio d’oliva. Alla prossima.
Stefano Manocchio
