La telefonata al 112 giunge da una donna di Cercemaggiore che chiede
l’intervento di una pattuglia perché la figlia non voleva fare rientro a casa e un
suo amico voleva portarla con sé.
All’arrivo dei Carabinieri della locale Stazione, la donna spiega che la
figlia – ancora sotto la potestà genitoriale – doveva fare rientro a casa, ma il
giovane, ivi presente, aveva chiamato un taxi per portarla a casa sua.
I Carabinieri chiedono i documenti al ragazzo, ma questi in preda ad una
crisi, inizialmente risponde male rifiutando di declinare le proprie generalità
e poco dopo, con uno scatto repentino, tenta di darsi a precipitosa fuga a piedi
nel tentativo di eludere il controllo.
La pronta reazione dei militari intervenuti consente di bloccarlo poco
dopo, davanti agli astanti del vicino bar sito nel centro cittadino, ma la
veemenza della reazione non si fa attendere e ne scaturisce una colluttazione
con gli uomini in uniforme, uno dei quali cade rovinosamente a terra, prima di
riuscire nell’intento di fermare il ragazzo e condurlo in caserma.
Il sopraggiungere di altre pattuglie delle stazioni limitrofe consente di
riportare la calma e il ragazzo alla ragione. L’intervento dei sanitari del 118 si
rendeva necessario sia per valutare le condizioni psicofisiche del ragazzo, che
quelle dei militari intervenuti, uno dei quali riportava traumi da contusioni.
Ricostruita l’intera vicenda e sentiti alcuni testimoni, identificato
compitamente il 33enne, già gravato da analoghi precedenti penali, veniva
tratto in arresto e condotto poi, in regime di arresti domiciliari, nel proprio
domicilio su disposizione del Sostituto Procuratore di turno.
A seguito di rito direttissimo per le fattispecie di violenza e resistenza ad
un P.U., nonché rifiuto di fornire le proprie generalità, è stato convalidato
l’arresto.