Non so quanti di voi ricordano il film di Dino Risi il sorpasso magistralmente interpretato dalla coppia Vittorio Gasman e Jean Louis Trintignan. Un film che attraverso la scanzonata spavalderia del protagonista pone l’accento su come gli Italiani quando sono al volante vengono presi dal demone “della potenza e della velocità” senza sapere che la troppa padronanza del veicolo non è sempre sinonimo di sicurezza.Ed ecco il perché sempre riferendoci al film, l’epilogo è tragico cioè a causa di un sorpasso azzardato il coprotagonista muore lasciando aperta una ferita che è tuttora sanguinante. Una ferita che le statistiche nella loro freddezza ci ripropongono puntualmente tutti giorni, specialmente nel periodo quando l’esodo dalla grandi città “causa ferie” affolla le principali arterie stradali. Secondo una rilevazione effettuata dagli organi di polizia stradale gli incidenti accorsi sulla rete stradale ed autostradale nell’ultimo anno sono stati oltre 3000, pari a una media giornaliera di 98,53%. Anche se rispetto agli anni addietro vie è stato un calo del 19%. In di munizione anche i feriti che sono stati 1.267, pari a 44 al giorno, con una diminuzione del 17% rispetto ai precedenti 1.528. Fortunatamente a mettere un freno a questa mattanza è intervenuta non solo la patente a punti, ma anche l’autovelox e i tutor. Deterrenti che vedono anche se a rilento una diminuzione degli incidenti.
Le riduzioni più rilevanti si sono registrate nelle strade extraurbane (-19%), sulle statali e provinciali che attraversano i piccoli centri (-18%) e in autostrada (-17%). Più contenuta invece (-9%) la riduzione degli incidenti in città. Numeri che incidono soprattutto sui costi sociali con un ammontare di 36 milioni di Euro, pari al 4% del Prodotto Interno Lordo stimato attorno ai 900 milioni di Euro. Cifre che comprendono i costi umani cioè spese sanitarie, il danno biologico e morale e la mancata produzione, il che rappresenta un risparmio notevole. Questo, in estrema sintesi, il profilo del fenomeno “incidentalità stradale”.
Malgrado però i deterrenti messi in campo il bilancio degli incidenti resta alto. Se si vanno ad analizzare le fasce orarie si vede il grafico impennarsi: nelle ore pomeridiane attorno alle 18.00 e per la notte dalle 22.00 alle 6.00 del mattino. Guida distratta/andamento indeciso, mancato rispetto distanze di sicurezza ed eccesso di velocità le cause principali. 8.000 gli incidenti per ebbrezza da alcool, 1.970 quelli dovuti a malore o colpo di sonno, 7.490 causati da attraversamenti irregolari della strada da parte dei pedoni. Per quanto riguarda, invece, difetti o avarie dei veicoli, si segnalano 1000 incidenti per rottura o insufficienza dei freni, 762 per scoppio o eccessiva usura dei pneumatici. Coinvolti soprattutto i conducenti, 65,3% dei decessi e 68,8% dei feriti, seguono i passeggeri trasportati, 22,1% dei morti e 25,8% dei feriti, e i pedoni, (12,7% dei morti e 5,4% dei feriti).
A livello regionale il primato negativo spetta alla Lombardia con 48.719 incidenti seguita dal Lazio con 27.099 e dall’ Emilia Romagna con 24.712. Mentre Valle d’Aosta, Basilicata e la nostra, nonostante gli ultimi avvenimenti che hanno insanguinato le strade hanno fatto registrare un leggero calo di incidenti. Numeri che tuttavia non devono farci assolutamente dimenticare i contenuti dei decaloghi pubblicati negli anni, in cui la sicurezza, il rispetto delle regole, gli errori psicologici, l’autotutela, il difendersi dagli errori altrui, le condizioni del pericolo, la velocità non è un mito, solo i forti sanno rispettare i deboli e i rischi inutili e pericolosi devono farci riflettere ma soprattutto pensare che la guida deve essere un piacere e non una roulette russa.
Massimo Dalla Torre