Un caro saluto, voglio dirvi che il mio “ragionamento” di oggi inizia guardando questa foto d Altilia mandatami da Gianni Ruffo.
Pensavo di come potessero essere tranquilli gli abitanti di allora, di Altilia, e di come sempre gli abitanti di allora, ricevessero notizie. Per le notizie sicuramente si affidavano ai viaggiatori che transitavano e portavano notizie nuove e fresche, ma sicure? Lasciamo perdere e non entriamo nel merito.
Saltando a piè pari ai giorni nostri, sennò qua “non ci mette la canala” ed andiamo per le lunghe, vabbè che è weekend e fa freddo e piove, però ….. dunque stavamo dicendo: una prima notizia che mi è saltata alle orecchie e stata quella di un rabbino che sostiene che il vaccino per il covid renda gay. “Assetete e racconteme u fatte”.
Il rabbino sostiene che la pandemia sia un complotto con cui il governo maligno voglia conquistare il mondo. Sembra… gli “risponderebbe” il direttore di radio Maria, secondo il quale la pandemia sarebbe: ”un complotto satanico per conquistare il mondo”.
Da un poco di anni mi sento agnostico, purtroppo affermazioni del genere, fatte da uomini di chiesa, certo non aiutano ad unire le persone tra di loro, ed a farmi ricredere.
Saltando di palo in frasca, sperando che la frasca mi regga, mi viene da pensare ai Presidenti Donato Toma e Michele Emiliano. Dopo l’estate secca che abbiamo avuto nel 2020, dopo le centinaia di foto fatte per gli invasi di Occhito e del Liscione che stavano diventando piane desertiche, ora si vuole mettere a listino l’acqua del Molise in favore della Puglia. Prima di parlarne, però, vorrei ricordare di come nacque il Liscione, e quindi buna parte dell’acqua molisana
Alla fine degli anni sessanta in Molise c’era il “Consorzio di sviluppo di secondo grado” uno dei consorzi che in collaborazione, ma in sinergia con la Cassa per il Mezzogiorno dovevano provvedere a rendere ulteriormente sviluppate le nostre terre. Oddio, avrei potuto omettere “ulteriormente”. Il presidente di detto Consorzio era il compianto On. Vittorino Monte, persona che non ha mai negato la sua appartenenza al mondo rurale, anzi ne faceva vanto in ogni consesso che lo vedeva protagonista. Fu proprio il nostro Vittorino a convincere un dirigente della Cassa per il Mezzogiorno a venire in Molise per visitare la piane di Guardialfiera.
Quelle “Terre del Sacramento” tanto care a “gnora Ava”. Il nostro Vittorino, una volta giunto a “la Guardia”, convinse il capitolino dirigente a salire in groppa ad un cavallo. Non è dato sapere se Vittorino salì su un altro cavallo o se procedette a piedi, facendo fare il giro della piane di Guardialfiera illustrò, Vittorino, al dirigente capitolino, l’idea che stavano accarezzando: creare un invaso che desse possibilità irrigue a tutto il basso Molise.
Il Biferno di allora, scevro della attuali captazioni alla sorgente, aveva una portata non indifferente, i soldi c’erano, l’agricoltura era un asse portante dell’economia … fritte e magnate si iniziò a costruire la diga di Guardialfiera per creare l’invaso del Liscione. Una tiratina di orecchie andrebbe comunque fatta ai progettisti di allora per il ponte che attraversa un fiume per la sua lunghezza, non per la sua larghezza.
Come ebbe a dire la compianta Paola Borboni intervistata per un suo spettacolo fatto a Larino, e questo la dice lunga su come il Molise una volta era considerato visto che seppur in tarda età Paola Borboni recitasse a Larino, ebbene l’attrice ebbe a dire: “… ho visto un ponte che attraversa un fiume in lunghezza e non in larghezza. Leonardo (da Vinci) dove sei?”. Allora era bello, ma adesso non “abballa”.
Dunque detto il motivo per la costruzione dell’invaso del Liscione corre l’obbligo di riportare alcuni dati: allo stato attuale bisogna realizzare altri otto chilometri di condotta per poter irrigare altri 1.700 ettari del basso Molise, terra che sta aspettando l’irrigazione dall’inaugurazione del Liscione. Poi, sempre se “pecunia vorrà” realizzare altri otto chilometri per irrigare altri 5.000 ettari di campagne molisane, per poi continuare con una condotta che porti l’acqua in puglia al prezzo di 0,10 € per un milione di metri cubi di acqua.
Un metro cubo. Un metro cubo, giova ricordarlo, è pari a mille litri di acqua. Quindi un milione di metri cubi sono un miliardo di litri. E qui mi sembra di stare nel deposito di Zio Paperone. E forse da un punto di vista idrico il Molise lo è come il deposito di Zio Paperone.
Per quanto riguarda l’irrigazione di campi del basso Molise bisogna specificare alcuni aspetti: all’inizio della costruzione del Liscione, fine anni sessanta, le campagne del Molise erano prevalentemente coltivate una sola volta nel corso della stagione agraria. Mi spiego meglio: si seminava il grano in autunno per mieterlo a luglio, quindi si arava di nuovo e riseminava in autunno. Da qualche anno a questa parte,invece, anche le terre molisane sono sfruttate meglio e diversamente. Per esempio: dopo la trebbiatura del grano si arano i terreni e si piantano, per esempio, i finocchi che saranno raccolti a dicembre, per poi arare di nuovo la terra e seminare il grano a febbraio.
Ovviamente questa doppia coltura porta un aggravio di acqua da utilizzare considerando che si lavora sugli ortaggi che notoriamente, per chi lo sa, hanno bisogno di molta acqua.
Ma dico io: questo bisogno di acqua è conosciuto da chi (giunta Regionale in persona personalmente del suo Presidente) pattuisce con Emiliano la vendita di acqua alla Puglia?
Capiamoci: se l’acqua dovesse finire in mare e non essere utilizzata sarebbe meglio cederla alla Puglia e recuperare qualche spicciolo, ma se dobbiamo far crescere questo territorio anche dal punto di vista agricolo: continuiamo a seguire la via dettata quasi sessanta anni fa. Si realizzino al più presto gli altri otto chilometri e si completi la “possibilità irrigua” di tutto gli ettari irrigabili del basso Molise. Finito questo si parli con la Puglia per evitare che l’acqua vada al mare.
Affranto e stanco di abbaiare alla luna, ma non la smetto di smetterla, vi saluto augurandovi una buona domenica.
Statevi arrivederci
Franco di Biase