Altra bella foto di Nicola di Stefano, questa volta Nicola ha “catturato” una bella immagine del chiostro della cinquecentesca Chiesa di San Domenico a Cercemaggiore. Sempre grazie ai miei amici che fotografano il nostro Molise.
Passate le cose belle di questo scritto, la foto di Nicola, pensiamo al da dirsi, che per me potrebbe anche essere un (magari) da farsi o uno spunto di riflessione, come magari si faceva una volta nelle organizzazioni. Chiamarli partiti mi sembra proprio anacronistico.
Andiamo, quindi, a parlare delle nostre situazioni. Oggi due elementi mi balzano agli occhi: la “tarantella” del Vietri ed il posizionamento dei parlamentari molisani nello scacchiere politico italiano/mondiale.
Nella giornata di giovedì, poco importa la data, abbiamo “gioito” per la decisione di attivare il Vietri di Larino come centro Covid. Sono mesi che scrivo che secondo me sarebbe stata la scelta migliore. Calma! Non mi ritengo il Messia de noarti, ma mi piace vedere, leggere, che altri la pensano come me. Altro spunto di riflessione il veleggiare della pattuglia parlamentare molisana tra i flutti politici del Parlamento.
Iniziamo con il Vietri di Larino: nel giro di ventiquattro ore, più o meno, si è passato dalla possibilità di attivare il centro Covid a Larino, alla scelta di attivare altri posti letto covid presso il Gemelli Molise per un discorso di urgenza, abbiano anche visto decollare in elicottero un nostro corregionale per gli ospedali toscani. Poco male, era tutto nel novero delle cose, anche noi,noi molisani, “ospitammo” un signore di Bergamo in coma che si svegliò in terra molisana, con somma gioia sua, ma anche nostra che lo avevamo
ospitato in maniera sanitaria.
Quindi “quando è guerra è guerra” e bisogna attrezzarsi in maniera pronta e reattiva.
Secondo me è propri questo che non si è capito in Molise. Quando parte dell’opinione pubblica e politica molisana affermava che il centro covid bisognava farlo a Larino ci sarebbe stato il tempo per farlo. Tutti sapevamo, la televisione l’abbiamo tutti e paghiamo il canone con la bolletta della luce, che si sarebbe stato in Molise una crescita esponenziale dei contagi. In pratica i camion militari carichi di bare a Bergamo, con le
dovute proporzioni sarebbero passati anche per il Molise. Lo si sapeva da marzo del 2020.
Ed è da marzo 2020 che in Molise le varie strutture proposte hanno iniziato la politica del ping pong, ma non come quella che nel 1971 attuò la Cina per cerare di aprirsi al mondo occidentale, ma una politica di rimbalzo dei problemi, la politica che adotta lo struzzo mettendo la testa sottoterra per ripararsi dai problemi. Alla luce dell’ultima, ennesima, retromarcia sui problemi ci siamo resi conto che tutto il comparto “combatti covid in Molise” non sembra proprio avere né idea e né possibilità di fronteggiare logisticamente
la situazione.
Non sto chiedendo la luna, il vaccino o la soluzione dei problemi, cerco solo di avere a
possibilità di essere portato in ospedale per un qualsiasi motivo diverso dal covid ed uscirne con i miei piedi non con l’ausilio di quattro necrofori. Teniamo conto che per molto di meno di tutta questa incapacità organizzativa in una qualsiasi azienda piccola media grande si sarebbe ricorso al licenziamento.
E passiamo alla nostra “pattuglia” parlamentare molisana. Quando si è eletti si riceve la delega “politica” da parte degli elettori a rappresentarli in Parlamento, l’Italia è, appunto, un repubblica democratica parlamentare. Quindi chi prende più voti viene eletto e parliamo di DEMOCRAZIA parlamentare. Come diciamo in INDIALETTO “vige l’articule quinte: cummanna chi vince”. E su questo non ci sono problemi.
Il problema nasce nel momento in cui la nostra “pattuglia” è approdata in Parlamento. In altre legislature altri parlamentari, sempre molisani, si sono adoperati, almeno hanno cercato di farlo, per il bene e per il progresso del Molise. Certo non abbiamo avuto il nostro “Fanfani” che disegnò la cosiddetta “curva di Arezzo” ma qualcosa hanno fatto, almeno hanno cercato di fare. I parlamentari di questa legislatura, ci siamo accorti dopo, si considerano degli emeriti “statisti” portatori del proprio pensiero ed elle proprie
convinzioni all’interno del Parlamento.
Nemmeno Crispi, Giolitti ma anche Andreotti, Fanfani o Berlinguer, penso, abbiano mai aspirato a tanto. La scelta di votare contro il Governo Draghi, governo che gestirà un
fiume di denaro proveniente dall’Europa, ma votarlo ben sapendo di avere: 1) la “continuità retributiva” aumentata dal momento che non avranno più decurtati gli emolumenti dei contributi obbligatori a partiti ed associazioni; 2) continuare a fare quello che hanno fatto sinora per la terra che li ha eletti: NIENTE!
In questa legislatura i parlamentari molisani si sono trovati ad avere i colleghi (o compagni) di partito nelle compagini di governo. Allora: non si poteva chiedere l’intercessione ad un parlamentare vicino per poter avere udienza dal Ministro Speranza o dal Ministri Di Maio per cercare di risolvere il problema del centro Covid ed altri problemi infrastrutturali ed atavici del nostro Molise? Cari e strapagati Onorevole e Senatori
molisani, purtroppo alle volte bisogna avere anche la schiena dritta e prestare la propria faccia per chiedere qualcosa per la terra che vi ha eletti.
Non sono a chiederlo, non è la vostra terra, e dovrebbe essere la vostra coscienza di uomini e donne politici che avete scelto di candidarvi. A noi molisani non basta essere
rappresentati in questo modo, avete dalla vostra l’impossibilità nostra di revocarvi la fiducia, cosa che abbiamo già fatto ma democraticamente aspettiamo il 2023. Sino ad allora fate tesoro delle vostre indennità, avete seminato vento … ed ho detto tutto!
Sempre più arrabbiato, per usare un eufemismo, ma sempre con affetto e stima a chi legge: statevi arrivederci
Franco di Biase