Un amico mi ha inviato in mail questa foto, dicendomi che un suo amico l’aveva definita come la foto della luce alla fine del tunnel. Dalla ricezione di questa foto è partita l’idea di corredare i miei scritti con delle foto ricevute dai miei amici. Non voglio approfittare dei miei amici, ma voglio solo che i particolare del nostro Molise risaltino e siano conosciuti. Almeno da noi molisani.
Detto questo adesso devo spiegare che c’entra la luce alla fine del tunnel: io di luci alla fine del tunnel ne vorrei trovare almeno due.
In Primis, sempre come diceva Don Bastiano prima di essere decapitato, la luce della fine della pandemia da coronavirus, e questo, ovviamente per il bene di tutti.
Don Bastiano non avrebbe mai immaginato che dopo centinaia di anni saremo diventati talmente “distratti” da far proliferare il covid 19 in maniera tanto galoppante.
Per spiegarmi voglio fare un piccolo inciso: nella nostra cultura la “dipartita” del porcello di casa ha sempre rappresentato un momento magico dell’anno. Momento grazie al quale in casa entrava “la grascia”, l’abbondanza che normalmente non si aveva o si aveva in maniera, per così dire, soffusa. Ma del sacrificio suino nella cultura e nella memoria contadina molisana ne parleremo un’altra volta.
Oggi vorrei parlare di quello che intorno al “sacrificio” del porcello rappresenta la parte, per così dire, ludica. Ovviamente il suino defunto non rappresenta niente di ludico, ma lo rappresenta tutto quello che si vive nella famiglia dopo aver provveduto a sistemare il suino.
Dopo la fatica, come è giusto che sia, scattavano libagioni e fasi mangerecce di ogni tipo con partitina a carte e tombolata. Questo sino all’anno scorso, in condizioni fuori da pandemia in atto. E quest’anno? Beh mica ci si poteva provare di questo momento di festa collettiva e familiare. Hanne accise u puorche e hanne fatte pure festa.
Questo si è capito quando si vedevamo crescere i numeri delle positività al covid in un paese che nulla poteva avere a che fare più degli altri per covid.
Altro “spettegulezze” di una madre che raccontava che la figlia poco meno che adolescente partecipando ad una tombolata a casa di amici era “riuscita” ad infettare nove persone della sua famiglia.
E niente, non voglio giudicare niente e nessuno, non voglio criticare, però vorrei sapere: se non siamo capaci di fermarci un attimo e fare due secondi di sacrifici, siamo sicuri di riuscire a sopravvivere come civiltà? Per il resto lunga vita al genere umano. Sempre se ci riusciremo.
In secundis, sempre secondo don Bastiano, mi chiedo la luce in fondo al tunnel della politica, soprattutto regionale, che ci dovrà guidare e governare quando la avvisteremo?.
L’attuale Giunta Regionale naviga tra flutti e tempeste anche esterne alla politica, come appunto il Covid, ma gli “abitanti” di palazzi D’Aimmo e Vitale, sono abili programmatori della (loro) vita della (loro) politica.
Non credo di essere pazzo o essere mago, ma sono sicuro che vedremo dei salti della quaglia noti e meno noti. Salti fatti da consiglieri plurisaltatori che secondo l’aria che tira si posizionano politicamente. Vivremo anche questa ennesima campagna elettorale, sicuramente precoce rispetto alla scadenza naturale della legislatura, guardando le solite facce ma sistemate nello schieramento opposto all’ultima volta. Perché “Franza o Spagna purché se magna” non è rimasto solo un detto riferito al Guicciardini.
Detto questo, per tornare alla luce del tunnel: quando la rivedremo se ci comportiamo senza valutare le conseguenze?
Detto questo buon duemilaventuno a tutti e sempre con affetto e stima: statevi arrivederci.
Franco di Biase