In conseguenza della amare polemiche che sono state sollevate, in relazione ai riti del Venerdì santo, l’Ufficio stampa dell’arcivescovo comunica che tutti i Riti della settimana Santa sono stati organizzati osservando in pieno tutte le regole, che ci sono state date dalla presidenza del Consiglio, davanti all’emergenza del Corona Virus.
Tale scelta è stata fatta in piena armonia tra il Vescovo e i sacerdoti diocesani , come segno di esemplarità visibile per tutti i cittadini. Per questo, è bello evidenziare come e perché si è fatta questa scelta , ben condivisa da tutto il clero. Non potendo fare alcuna processione, perchè nettamente proibita dalle norme attuali, sia dalla CEI che dallo Stato in relazione al serio pericolo del contagio, nel rispetto di tutte le normativa in atto, abbiamo pensato utile e fruttuoso sul piano spirituale e pastorale mantenere il ricco e significativo momento di preghiera davanti al carcere, perché è sempre stato il nocciolo centrale di questa importantissima manifestazione di fede del caro popolo Campobassano.
Infatti, per prima cosa ascolteremo la Parola del Vangelo sulla passione del Signore Gesù, che ci narra di Maria Addolorata ai piedi della croce di Gesù morente sul calvario. Poi, sarà elevata a Maria la commovente ed attesa preghiera dei nostri fratelli ristretti, che da sempre sono stati la voce di tutti i sofferenti, compresi i nostri fratelli e le sorelle che in questi giorni soffrono nei nostri ospedali, ricevendone cure di solidale e qualificata premura.
Il Vescovo, a sua volta, raccoglierà le lacrime di tutti, presentandole a Maria, in un riflessione che vuol essere speranza e solidarietà per tutta la città. Si concluderà con il canto, registrato, del Teco vorrei , in attesa di poterlo cantare tutti insieme, con grande libertà il prossimo 15 settembre 2020, festa liturgica della madonna Addolorata. Così infatti ci suggeriscono di fare le attuali normative della CEI, a livello nazionale.
Sentiamo che una preghiera così ben articolata potrà essere ampiamente significativa, per vivere in modo vero il Venerdì santo, con tutto il suo pathos di dolore. Il Vescovo, raccogliendo il grido di tanti poveri e precari della città , ricorda che la premura verso di loro deve essere ben al di sopra di ogni altro gesto cultuale, poiché ora il vero Cristo morto si identifica sempre più con loro, come ci insegna il Vangelo di Matteo al capitolo 25.