Riceviamo e pubblichiamo la nota della Fondazione Giovanni Paolo II
Il taglio è costante, progressivo e deciso al punto da far pensare a un accanimento nei confronti della struttura, ogni anno soldi in meno e anche posti letto. Rileggendo i decreti di assegnazione che la regione ha fatto dal 2012 al 2016 balza con evidenza inconfutabile che una sola struttura molisana ha avuto un taglio costante: la Fondazione Giovanni Paolo II.
Il taglio, rileggendo i decreti, è di 3,013 €mil, negli anni che vanno dal 2012 al 2016 per i ricoveri; un record assoluto nella realtà molisana cui si aggiunge un taglio di altri 2,092 €mil, nella specialistica dal 2012 al 2016.
TOTALE: oltre 5 milioni di euro a una sola struttura !!
È evidente, come si desume dalla precedente tabella, che il taglio della dotazione futura dei posti letto, contenuta nel Programma Operativo Straordinario 2015-2018, colpisce maggiormente la Fondazione “Giovanni Paolo II”.
Che nessuno ci parli di programmazione sanitaria, perché questi tagli sono avvenuti a dicembre 2015 e a fine novembre 2016, cioè a fine anno, quando la struttura ha già fornito ai cittadini le prestazioni nel rispetto del contratto vigente e quindi delle indicazioni della regione. Ancora più grave e inspiegabile che tali tagli sono stati fatti mentre le parti, Regione e Fondazione, discutevano della integrazione tra il Cardarelli e la Fondazione.
Che nessuno ci parli di sacrifici equamente distribuiti perché non esiste un criterio e non è evidenziato in nessun atto amministrativo; di questo i nostri lavoratori chiederanno conto, anche perché fino a oggi la Fondazione ha attuato tutte quelle forme di riorganizzazione per raggiungere e mantenere l’equilibrio di bilancio, anche con le decurtazioni subite fino all’anno 2015. Tutto ciò senza mai ricorrere a licenziamenti, ma l’ultimo colpo è inaccettabile.
I numeri parlano chiaro, sono inesorabili, sono scritti, decretati con spietata regressione, con accanimento scientifico, ma nonostante ciò rimane ancora un po’ di tempo, pochissimo per la verità, per provare a ritornare ai tempi del dialogo, magari serrato, ai tempi in cui qualcuno sperava di portare a termine l’integrazione. Se da parte della regione ci fosse ancora la volontà di una inversione di tendenza, si potrebbero, prima della fine dell’anno, reperire quelle risorse necessarie a non perire, a continuare nella difficile integrazione pubblico/privato che rappresenta la salvezza di tutto il sistema sanitario regionale, quella integrazione che noi vogliamo ancora perseguire, come azienda sanitaria sana e capace di garantire servizi di qualità e di eccellenza, con l’unico vincolo dell’equilibrio pluriennale di bilancio al quale si può arrivare solo in seguito a manovre diverse da quelle storicamente portate avanti di anno in anno, fino ad oggi.
Se non ci sarà nei prossimi giorni un provvedimento amministrativo adottato e immediatamente efficace in controtendenza ai decreti suesposti, non serviranno rassicurazioni né dichiarazioni verbali, o a mezzo stampa, perché chiunque legge i dati sopra esposti capisce immediatamente che nessuna altra soluzione è compatibile con la sopravvivenza della Fondazione.
Si deve precisare che negli anni 2012, 2013 e 2014 la regione ha applicato la spending review a tutti. Questo è un criterio che non ammette discussioni, infatti le percentuali sono state “ex legem” di 0,5%, 1% e 2%, quindi sostenibili.
Ma nel 2015 la spending non è stata più applicata a nessuno, eccetto che a noi. Infatti l’unica struttura che ha pagato il conto di un taglio ARBITRARIO, non giustificato, non motivato, ma solo imposto, è stata la Fondazione che ha subito una decurtazione di €mln 1,766, mentre agli altri sono stati fatti delle integrazioni (siamo contenti per loro, ma pretendiamo che qualcuno ci dia delle motivazioni valide, che si spieghi ai nostri lavoratori, perché a noi e solo a noi ??).