Porto di Napoli, 10 febbraio 2025. Al molo tre il traghetto a nostra disposizione, attenderà fermo, in una
giornata memorabile, l’arrivo di tanti studenti provenienti dall’Istituto Comprensivo “Achille Pace” di
Termoli (Molise). Non sono turisti, sono studenti provenienti dalla scuola secondaria di primo grado.
Saranno accompagnati dalla Preside Luana Occhionero e dal criminologo Vincenzo Musacchio, dagli
insegnanti e da alcuni genitori. Per la prima volta il “traghetto della legalità” porterà a Palermo il suo
prezioso carico di ragazzi che si preparano a vivere un’esperienza unica nei luoghi delle stragi mafiose e a
rinnovare la lezione di libertà e democrazia di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato,
Pippo Fava, don Pino Puglisi e tante altre vittime innocenti di mafia. Sarà una lezione di vita che questi
ragazzi ricorderanno per sempre. Il prof. Vincenzo Musacchio da noi interpellato sull’evento si è così
espresso: “Sono molto felice dell’invito della dirigente scolastica Luana Occhionero che stimo per il suo
lavoro e che ringrazio perché mi consente di vivere questa esperienza insieme a tanti ragazzi, sarà
sicuramente un’esperienza unica e rara”. “Racconterò loro la storia dei giudici Falcone e Borsellino, di
Antonino Caponnetto, mio maestro, e di tanti altri eroi che hanno lottato le mafie con la schiena dritta”.
La dirigente scolastica Luana Occhionero ha poi dato alcuni dettagli dei quattro giorni di soggiorno in
Sicilia (dal 10 al 14 febbraio). “A Palermo visiteremo l’Aula Bunker, dove i magistrati sconfissero la
criminalità organizzata”. “Speriamo di poter incontrare anche Maria Falcone”. “Andremo a Capaci e in
Via D’Amelio e visiteremo l’albero di Falcone e l’ulivo di Borsellino”. “Ci recheremo nella Casa che fu
di Peppino Impastato e nella Cattedrale di Palermo dove è seppellito don Pino Puglisi”. Musacchio si è
poi soffermato sull’importanza del far capire a questi ragazzi che non bisogna avere paura, occorre essere
disposti a mettersi in gioco per un futuro libero dalle mafie e degno di essere vissuto. Dobbiamo far capire
ai nostri giovani – ha aggiunto il criminologo – cos’è veramente la mafia, altrimenti ci sarà sempre gente
che con i mafiosi ci convivrà. “Per essere eroi non bisogna morire, di eroi morti ne abbiamo avuti già
troppi”. Musacchio ha poi concluso citando un pensiero di Paolo Borsellino: “La lotta alla mafia
dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo
della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi
della complicità”.
Sulle tracce della legalità. Termoli e Palermo s’incontrano nel ricordo delle vittime di mafia
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