Ammontano a circa 1,4 miliardi gli euro spesi dagli italiani nel 2015 per i ticket, cui si aggiungono 1,1 miliardi per l’intramoenia. Questa è la quantizzazione della spesa per le prestazioni sanitarie contenuta nel rapporto Agenas. Il quale, mostra anche squilibri regionali molto ampi, che hanno portato il vertice del ministero della sanità a ribadire la necessità di rivedere il sistema che, a quanto pare presenta alcune falle. Il tutto in considerazione che la cifra complessiva dei ticket, è diminuita del 9,4% nell’intero periodo tra il 2012 e il 2015. Andando a guardare le cifre a livello regionale si riscontrano solo quattro casi in controtendenza rispetto all’andamento nazionale nel 2015 rispetto al 2012. Nel dettaglio si riscontra un aumento della relativa entrata nella Valle d’Aosta 8,0%, nelle Province Autonome di Bolzano 9,9% e di Trento 19,2% e nella Regione Emilia Romagna 4,8%. Per quanto riguarda le differenze regionali, la Valle d’Aosta, i cui cittadini hanno speso in media circa 50 euro a testa nel 2015, è quella con i valori più alti, seguita da Friuli Venezia Giulia 37 euro pro capite, Toscana 36,7 ed Emilia Romagna 36. Cifre differenti quando si esamina la classifica delle regioni del Sud, con la Sicilia a 9 euro pro capite, la Campania a dieci e la Puglia a 12, mentre la media nazionale è circa 23. Anche per l’attività intramoenia dei medici l’Agenas, mostra come c’è stato un calo nella spesa negli ultimi anni del 9%. Sempre a livello regionale si riscontrano solo 5 casi in controtendenza rispetto all’andamento nazionale nel 2015 rispetto al 2012. Si tratta della Provincia autonoma di Bolzano +57,3%, quella di Trento +12,4%, del Molise +9,7%, nonostante le distonie del sistema che fibrilla costantemente, Marche +3,7% e Umbria +0,8%. In aumento invece i ticket pagati sul pronto soccorso, tant’è che il parametro è in aumento, a livello nazionale, il che ha portato a un innalzamento percentuale del 25,8% nell’intero periodo 2012-2015. Sempre a livello regionale si riscontrano 7 casi in controtendenza rispetto all’andamento nazionale nel 2015 rispetto al 2012, con cali in Calabria -55,4%, Campania -49,1%, Sicilia -20,5 %, Friuli -16,3 %, Umbria -8,9 %, Liguria -5,1 %, e Lombardia -2,4 %. Numeri e percentuali che, nella loro globalità, indicano come la spesa sanitaria incide direttamente sui cittadini che, nel periodo preso a parametro, hanno dovuto sottostare alle leggi del mercato che, è sempre più altalenante: di conseguenza sfavorevole o favorevole a seconda le regioni di riferimento.
Massimo Dalla Torre