Da martedì 01 ottobre “I Fatti del Nuovo Molise” non sono più in edicola. Le motivazioni le abbiamo apprese da un drammatico editoriale del suo Direttore, Pino Cavuoti, al quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà estendendola all’intera redazione giornalistica del quotidiano molisano. Si tratta di una sconfitta su più fronti, da quella occupazionale a quella della sempre più richiesta pluralità dell’informazione, oggi sempre più a rischio in Molise per la difficile situazione economica in cui versano la maggior parte delle società editrici.
Otto colleghi da oggi sono senza lavoro, in maniera improvvisa e certamente non preventivabile. Come Ordine regionale non possiamo far finta di nulla, poiché quanto accaduto quest’oggi ai colleghi de “I Fatti”, in un prossimo futuro potrebbe riguardare altri giornalisti che si trovano, loro malgrado, a dover affrontare problemi economici delle aziende editrici, pur svolgendo con puntualità il proprio lavoro. Non volendo entrare nelle vicende che riguardano la gestione economico-contabile delle società in questione, ci preme capire come arginare tale fenomeno che si sta allargando, a causa soprattutto di una crisi senza precedenti, a macchia d’olio.
La legge sull’editoria è il primo passo per riequilibrare il pluralismo, non certamente per creare sacche di privilegi, considerando che dovrà essere dato molto spazio alla creazione di nuova occupazione per dare una risposta nel concreto ai tanti colleghi oggi senza lavoro. Ma c’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione. Alla luce della riforma Fornero del Dicembre 2012, i giornalisti che perdono il lavoro in un’azienda con meno di 15 dipendenti hanno diritto all’indennità di disoccupazione (per chi ha la fortuna di avere un contratto a tempo indeterminato o determinato!) ma hanno perso la possibilità di essere inseriti nelle liste regionali della mobilità e quindi di vedersi agevolato il reinserimento nel mondo del lavoro. Considerando che l’80% delle redazioni molisane è al di sotto dei 15 dipendenti, appare ovvio come questo particolare riguardi la maggior parte dei giornalisti oggi a lavoro ma con poche prospettive per il futuro. Tutto questo tra il silenzio di tutti. Appare ovvio che la strada da intraprendere sia quello di un confronto immediato con le istituzioni regionali affinché quanto tolto alla categoria gli venga restituito in parte con l’attivazione di adeguate misure economiche atte ad alleggerire il dramma economico di tanti colleghi. Prevedere per il settore radiotelevisivo e per la carta stampata degli interventi mediante ammortizzatori sociali potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno in questo momento cosi difficile. Ma ci vuole la buona volontà di tutti i soggetti preposti.
Per questi motivi l’Ordine regionale dei Giornalisti chiede un incontro urgente con l’assessorato regionale al Lavoro per discutere sulle possibilità d’intervento economico nei confronti di una categoria sempre più in crisi.