La società, gli individui, i costumi, le regole, il mondo intero sta cambiando
repentinamente. Non è possibile negarlo o nasconderlo. Il mondo globale sta creando nuovi scenari non immaginabili fino a pochi anni fa. Questa globalizzazione – afferma Antonio D’Alessandro Segretario della CISL Poste cambia le regole di comportamento, le prospettive e le aspettative, modificando gli stessi rapporti umani ed interpersonali.
Se ci si ferma a pensare, se si riflette un attimo con mente serena, ciascuno di noi si accorgerebbe che molto è cambiato e che molto sta ancora cambiando, ognuno si renderebbe conto del fatto che la realtà attuale presenta sfaccettature imprecise, mutevoli e non del tutto prevedibili.
In questo continuo divenire, non ci illudiamo che il mondo del lavoro sia rimasto lo stesso di un tempo.
Quando abbiamo iniziato la nostra avventura sindacale – racconta Antonio D’Alessandro – le situazioni, le esigenze, le prospettive dei lavoratori erano differenti. Oggi il mondo del lavoro che cambia ha necessità che vi siano nuovi criteri di valutazione, nuove regole, nuove direttive.
Nel 2023 è anacronistico continuare con l’attuale sistema produttivo e lavorativo, divenuto ormai obsoleto e non più attuale. È necessario cambiare per adattarsi alle nuove circostanze lavorative, per creare nuove prospettive, suscitare interesse, mettere in campo relazioni nuove e nuove sinergie. Perché vi sia crescita, benessere, condivisione e convivenza, per il bene di tutti, è ormai necessario modificare i rapporti tra le parti, rivedere gli equilibri, riallineare situazioni oggi differenti e scollegate fra loro a causa di interessi diversi ed opposti.
Il Segretario della CISL Poste afferma che bisogna rendersi conto che, nell’attuale situazione, la collaborazione, la condivisione, la partecipazione sono alla base di tutto. Qualunque cosa si produca, qualunque servizio si fornisca, qualunque lavoro si attui, è necessario che vi sia sinergia fra le diverse componenti, in vista di un interesse comune.
Una mentalità ristretta, che si limiti a particolarismi e ad interessi di parte, siano essi personali, di categoria, di organizzazione o di territorio, alimenta l’odio e la diffidenza. La mentalità basata su opportunismo e prevaricazione sta portando a contrapposizioni nette fra popoli, a rivendicazioni fra etnie diverse, a conflitti fra nazioni. È il momento di ripartire – conclude Antonio D’Alessandro, è necessario ripianificare il futuro su basi differenti e più attuali.