Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un genitore di due bambini che frequentavano la scuola presso la struttura di via Leopardi a Campobasso.
Vi trasmetto la lettera con cui, dopo lunga e sofferta riflessione, ho riconsegnato la mia tessera elettorale al Sindaco di Campobasso, come gesto di estrema protesta e sdegno per la situazione intollerabile che si è creata intorno al problema della sicurezza degli edifici scolastici.
Elena Pasquale
Segue lettera:
“Egregio signor Sindaco,
sono il genitore di una bambina della scuola primaria Don Milani e di un bambino della scuola dell’infanzia Collodi. Al momento, a causa della sospensione delle lezioni presso l’edificio di via Leopardi, la prima è costretta a turni pomeridiani, che, alla luce dei provvedimenti da Lei recentemente annunciati, difficilmente avranno termine il 15 gennaio, come da impegno assunto dal Consiglio Comunale il 3 novembre u.s.. Per il secondo è stata trovata una sistemazione di emergenza (guardiola dei bidelli), palesemente inadeguata, presso un’altra struttura in via Liguria, che è resa in qualche modo accettabile grazie alla dedizione e alla professionalità delle insegnanti. Nel frattempo, anche i bambini di un’altra scuola della città, la primaria “Nina Guerrizio”, sono costretti da mesi ai turni pomeridiani, in attesa della consegna della nuova sede che viene continuamente rinviata. I loro genitori stanno sopportando con dignità una situazione di pesante disagio, nel silenzio (quasi) generale. Tutto questo avviene a causa di una gestione assolutamente irresponsabile e insipiente dell’emergenza dell’edilizia scolastica, che si protrae da troppi anni.
Personalmente ho sempre creduto che la classe politica fosse fedele espressione della cittadinanza. Purtroppo gli avvenimenti dell’ultimo anno mi hanno portato a rivedere questa convinzione: la città di Campobasso merita una classe politica migliore. Oggi buona parte dei bambini in età scolare devono adattarsi a frequentare scuole non sicure o turni pomeridiani. Tertium non datur… E chi prova costruttivamente a sollecitare un cambiamento di questa situazione – genitori, lavoratori della scuola, cittadini di buona volontà – viene sistematicamente umiliato dall’Istituzione che Lei rappresenta.
Pertanto, non vedendo tutelati i diritti dei miei figli e tradito il contratto sociale, dopo una lunga e dolorosa riflessione ho deciso, come gesto di estremo sdegno, di rinunciare ad esercitare il mio diritto al voto. Allego la mia tessera elettorale (N. 0014582553), di cui da oggi non avrò più bisogno.