di Massimo Dalla Torre
Dopo la pausa elettorale in cui, non sono mancate i colpi di scena, si sente l’esigenza di riorganizzare le idee visto che, in questi giorni, si sono affastellati avvenimenti e fatti che meritano riflessioni e attenzione con la “A” maiuscola. Riprendiamo la routine quasi quotidiana riportando i commenti a quelle che sono le notizie che vedono aperto il mercato degli acquisti nella boutique del jurassik-politic molisano ultimo in ordine di tempo la missione romana di alcuni pseudo-big che, potrebbero far aumentare, in terra molisana, le file del partito governato dall’energico e arrabbiatissimo Matteo Salvini, nonché i possibili approdi in altre formazioni di destra che, se concretizzate, potrebbero provocare un piccolo tsunami all’interno dei palazzi regionali.
Insomma, una sorta di riaqquartieramento “Ciciero pro domo propria”, aggiungiamo noi, che fa da pendant al: “non c’è da meravigliarsi perchè le cambiali prima o poi vanno all’incasso e di debitori la politica locale ne ha molti”. Commento che ci lascia pensierosi, perché mostra che non vi è più ritegno a mettere in atto manovre che portano vantaggi sempre ed unicamente ai soliti noti; e i palazzi del potere molisano ne sono pieni. Senza voler affondare ancora di più il coltello nella ferita perché, rischieremo di aumentare le sofferenze della collettività ma anche perché un detto locale dice che “come ti fai il letto così ci dormi”, consentiteci di scrivere una cosa, se si dovesse avverare “il riposizionamento”, ancora una volta si tradisce il mandato elettorale.
Un patto sottoscritto tra chi da fiducia e chi per convenienza del tutto personale lo rinnega anche se in una realtà come il Molise fare, il salto della “quaglia” e non dell’aquilone, come disse un solone della politica che oggi vanta numerosi supporter’s e futuri adepti, uccello non appartenente alla famiglia dei “galliformi”, ma un oggetto di gioco e di spensieratezza, è sinonimo di “mbicc e mbafamiell”, tanto per utilizzare il vernacolo saggezza del popolo. Per quelli che dovessero sentirsi piccati e non condividere questo, che scriviamo, diciamo una volta per tutte, “basta” con certe operazioni di “dubbio gusto”. Le quali, minano ancora di più le basi della comunità molisana. Operazione che, condotta con la tecnica della “guerriglia del sottobosco”, è dannosissima, perché mostra cinismo di chi la ispira.
Operazione che ricorda “la guerra dei piccoli Cesari”, combattuta con armi caricate con munizioni a base di non curanza, sotterfugi, accordi sotto banco, sgambetti ma soprattutto ripicche personali e “illogicità” sostantivo femminile invariato, questo è quello che si legge nella grammatica italiana, che la politica e i politici ignorano volutamente: a voi la scelta del perché, qualora vi fosse un perché.