Dopo la breve tregua, tra l’altro armata, in cui si è sentita da parte dei partiti della sinistra l’esigenza di riorganizzare le idee visto che in questi giorni si sono affastellati avvenimenti e fatti che meritano attenzione quella con “A” maiuscola, riprendiamo la routine quotidiana riportando i commenti a quelle che sono le notizie che vedono aperti gli acquisti e le scelte nella boutique del jurassik-politic molisano. Il quale, la notizia è di queste ore, ha portato da parte del senatore Ruta e di altri 14 esponenti PD ad inoltrare una nota alla Presidenza della segreteria regionale del partito nella quale si chiede di effettuare nel più breve tempo possibile le primarie per la scelta del futuro numero uno della Regione, che, a quanto pare ha scontentato una buona parte degli iscritti alla compagine ancora retta dal Tosco dalla parlata veloce.
Insomma, una sorta di richiesta di lasciare “libero il passaggio” che fa da pendant con: “le cambiali prima o poi vanno all’incasso e di creditori la politica locale ne ha molti”. Commento che non ci lascia perplessi perché mostra come l’ora X è scoccata anche se con undici mesi di anticipo rispetto alla scadenza elettorale; il che indica che sono iniziate ufficialmente le grandi manovre che porteranno sicuramente a un’ulteriore spaccatura all’interno del partito che governa la ventesima regione d’Italia. Senza voler affondare ancora di più il coltello nella ferita che già sanguina copiosamente, ci piace commentare i fatti con un detto locale che dice: “come ti fai il letto così ci dormi”; detto già citato in un altro articolo di qualche giorno fa.
Detto che ci fa dire che “il salto della quaglia” verso altri lidi, anche se dello stesso colore politico, a nostro modesto giudizio ha tutti gli ingredienti di spregiudicatezza che, però, se non centrerà l’obiettivo potrebbe far scaturire un suicidio politico. Salto anzi scelta che, si è palesata senza se e senza ma; o forse il ma c’è: timore di perdere consensi e terreno. Per quelli che dovessero sentirsi piccati e non condividere questo, che scriviamo, diciamo una cosa: c’è poco da meravigliarsi su quanto sta accadendo perché la resa dei conti era nell’aria. La quale, è stata attuata con operazioni che, minano ancora di più le basi di questa nostra comunità. Operazioni che avallano il rifiuto di scelte che oggi sono aberrate e contestate. Operazioni che, condotte con la tecnica della “guerriglia del sottobosco”, mostrano cinismo di chi le ispira, ma soprattutto di chi le attua.
Operazioni che ricordano “la guerra dei “piccoli Cesari”, combattuta con armi caricate con munizioni a base di accordi sotto banco, sgambetti e forse “illogicità” sostantivo femminile invariato, questo è quello che si legge nella grammatica italiana, che la politica e i politici usano a proprio vantaggio. Cose che servono a giustificare le scelte; qualora ve ne fosse una, ma soprattutto il perché della scelta.
Massimo Dalla Torre