Ci troviamo oggi di fronte ad una sfida epocale. Il Potere Unico attraverso la politica, ci presenta come traguardi straordinari per la civiltà proprio quelle leggi che mirano a distruggere la cellula primaria della nostra società, la famiglia. Attraverso il sistema mediatico stiamo assistendo a una mistificazione dell’identità umana, ridotta a un istinto, ad una pulsione sessuale. Tutto ciò avviene attraverso la manipolazione sistematica del linguaggio che ci bombarda senza tregua attraverso i mass media e grazie alla complicità colpevole di chi ha gli occhi chiusi e la coscienza spenta, di chi pensa che opporsi sia inutile o di chi, per quieto vivere, sceglie di allinearsi al pensiero dominante.
È quello che sta accadendo con il ddl sulle cosiddette “Unioni civili”, termine costruito per dare l’illusione che ci troviamo di fronte ad un istituto giuridico del tutto nuovo, con cui finalmente si daranno diritti a persone che non li hanno e legittimità a un sentimento negato. Non è così. I diritti che spettano a ogni persona li hanno già tutti i cittadini, mentre questo testo equipara le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio. Ma il matrimonio non è un istituto giuridico fondato sul sentimento, ma solo e soltanto l’unione stabile e fedele di un uomo e una donna, l’unica capace di generare la vita. L’unica fondata sulla responsabilità dei coniugi di crescere i propri figli come cittadini che solo qui imparano l’accoglienza della diversità e la complementarietà. Motivo per cui solo a un uomo e una donna che si assumano tali responsabilità lo Stato riconosce diritti specifici. In questo senso il testo in questione inganna non solo la società intera, ma anche
le persone che dichiara di voler tutelare. Non solo: attraverso l’istituto della stepchild adotionquesto testo apre alle adozioni e quindi all’abominevole pratica dell’utero in affitto, che attraverso la fecondazione artificiale eterologa “produce” bambini sfruttando l’utero di donne poverissime per soddisfare le fantasie di due adulti qualsiasi che vogliono diventare genitori a tutti i costi. Fantasia che diventa diritto a danno dei più piccoli, incapaci di esprimersi.
Di fronte a questo le Sentinelle in Piedi instancabilmente resistono. Da oltre un anno e mezzo, da quando il Ddl Scalfarotto ha iniziato il suo iter in Parlamento, e mentre l’ideologia gender penetra nelle scuole mascherata da corsi contro la discriminazione, ogni fine settimana, uomini e donne di diversa cultura, estrazione sociale, religione, nazionalità e storia occupano un piccolo spazio pubblico, ciascuno il proprio, come in una rete, con il proprio corpo, il proprio volto, il proprio nome. Stiamo in piedi, perché ci rifiutiamo di piegarci alla menzogna del pensiero dominante, stiamo in silenzio perché solo nel silenzio, e nel tempo di un’ora si può riflettere e scoprire che dipendiamo e non possiamo autodeterminarci senza tradire la nostra natura.
Per ognuna delle 222 veglie dell’ultimo anno e mezzo migliaia di persone hanno vigilato, vigilano e vigileranno nella vita: a scuola, al lavoro, nei tribunali, nelle sedi politiche e in ogni luogo, denunciamo ogni tentativo di distruggere l’identità dell’uomo e resistiamo con ogni strumento possibile.
Sabato 11 aprile 2015: La Spezia, piazza Garibaldi ore 18.00
Sabato 11 aprile 2015: Campobasso, corso Vittorio Emanuele (distretto militare) ore 18.00
Domenica 12 aprile 2015: Milano, Arco della Pace ore17.00
Domenica 12 aprile 2015: Siena, piazza del Campoore17.00
Venerdì 17aprile 2015: Udine, piazza Libertàore 18.30
Sabato 18 aprile 2015: Faenza(RA), piazza del Popolo ore 17.30
Sabato 18 aprile 2015: Matera, piazza Vittorio Veneto ore 19.00
Sabato 18 aprile 2015: Crema, piazza Duomo ore 21.00
Domenica 19 aprile 2015: Salò, lungolago incrocio piazza V. Emanuele ore 16.30
Domenica 19 aprile 2015: Bologna, piazza S. Stefanoore 16.30
La nostra è una resistenza spontanea, cresciuta per contagio, costruita con l’amicizia, basata sull’amore comune per l’uomo e sulla necessità di essere liberi di dire che esiste una verità iscritta nel cuore di ciascuno di noi. Il nostro no alle crescenti leggi anti umane, all’ideologia gender nelle scuole, alle sentenze dei tribunali che rendono i bambini degli oggetti, si impone con la forza di questa testimonianza.
Siamo in piazza per il bene anche di chi ha la coscienza addormentata, di chi ci contesta perché vittima cosciente o incosciente dell’ideologia.Vegliamo perché sia tutelata l’essenza dell’uomo, vegliamo per la ragione, vegliamo in silenzio perché emerga la voce della verità presente nel cuore di ciascuno, anche nel tuo.