Scuola Don Milani/ l’Amministrazione non ha saputo gestire in alcun modo la situazione. I genitori: siamo delusi e amareggiati

Noi genitori della scuola primaria Don Milani, ormai ex via Leopardi, siamo qui oggi a tirare le somme, a spuntare le caselline del FATTO/NON FATTO. Eccoci arrivati al termine ultimo.
Ci saremmo immaginati questo giorno in tutt’altro modo, con il sollievo sul viso, con l’allegria dei bambini che finalmente ritornano alla loro normale vita quotidiana, con il corri corri al mattino presto per raggiungere la scuola in orario….
Ci saremmo immaginati di condividere con tutti quelli che sono stati attori, anche loro malgrado, di questa vicenda, un sospiro di sollievo e affermare “ce l’abbiamo fatta, insieme, con fatica e sacrifici, ma siamo riusciti…”.
Invece no…. I nostri timori purtroppo erano fondati. Il 16 gennaio nulla cambia, se non in peggio.
Non vogliamo ripercorrere un anno intero di vicende di cui siamo stati protagonisti, peraltro con eventi dejavu’ (vd sciame sismico e neve), ma vogliamo solo elencarli brevemente scongiurando i rischi di un rapido oblio.
-Nel gennaio 2016, uno sciame sismico ha interessato l’area di Campobasso. Come genitori, abbiamo ritenuto giusto e utile conoscere tutte le procedure da adottare in caso di calamità, dai piani di evacuazione della scuola, ai centri di raccolta, di tutta la documentazione che fornisse informazioni in merito allo stato strutturale degli edifici scolastici. Insomma, da cittadini responsabili, abbiamo ritenuto di poter agire in fase preventiva partendo prima di tutto dalla conoscenza.
-Non avendo a disposizione documentazione sullo stato di sicurezza dei tre stabili della Petrone, ne abbiamo fatto richiesta all’amministrazione con accesso agli atti, secondo le norme vigenti, assolutamente sereni sulla collaborazione da parte degli stessi. Peraltro tali iniziative si mettevano in moto in altre scuole, come via Crispi e via d’Amato, per le quali, in uno stato di simil emergenza, l’amministrazione aveva provveduto, individuando edifici alternativi, da consegnare dopo un breve periodo di turni pomeridiani dei bambini (Via Crispi).
-Non immaginavamo certo che l’amministrazione impiegasse 9 mesi per fornire il materiale richiesto, certi non solo di averne diritto, ma consapevoli che la scuola dell’obbligo accoglie i nostri figli ogni giorno e, dunque, deve garantirne l’incolumità. Non immaginavamo neanche di dover dimostrare di essere soggetto giuridico che può fare una simile richiesta, così come non pensavamo di dover raccogliere 600 firme per ottenere documenti al cui accesso abbiamo diritto.
-Dopo 9 mesi, le carte parlavano chiaro. “forte situazioni di pericolo e alta vulnerabilità anche a bassi livelli di azione sismica”. Dopo lo choc iniziale, abbiamo valutato tutte le ipotesi alla base di quella affermazione e di quella certificazione, incluso un eventuale atteggiamento prudenziale del tecnico. E abbiamo ritenuto di dover far carico anche l’amministrazione di tale situazione, di cui peraltro non era a conoscenza. Con apprensione abbiamo continuato a portare in quell’edificio i nostri bambini assolutamente certi che le nostre preoccupazioni erano le preoccupazioni dell’amministrazione. Non avevamo pregiudizi sull’amministrazione, ma eravamo assolutamente fiduciosi che insieme avremmo affrontato la situazione, pur nella sua complessità, trattandosi di un plesso con 600 bambini e 29 classi da sistemare. Cosa non facile in una città che negli anni, dopo il terremoto di San Giuliano e consapevoli di una vulnerabilità sismica elevata dell’intero territorio, non ha fatto nulla per agire in termini preventivi. Sapevamo bene che l’attuale amministrazione ereditava un patrimonio edilizio scolastico non adeguato, ormai obsoleto e bisognoso di interventi. Ma eravamo certi che avrebbero gestito con noi una situazione assolutamente non accettabile, ovvero che non potevamo lasciare i nostri bambini in quell’edificio, conoscendo le dichiarazioni di alta vulnerabilità. E neanche potevamo correre il rischio…. Il terremoto di agosto ad Amatrice aveva appena dimostrato che avevamo ragione ad essere preoccupati.
-Fiduciosi, abbiamo informato tutte le autorità competenti e abbiamo incontrato l’amministrazione. Sbalorditi abbiamo scoperto che x il sindaco e alcuni amministratori presenti, le carte che ci avevano allarmato non erano sufficienti a provvedere. Anzi, che a loro parere sarebbe stato necessario uno studio di vulnerabilità per accertare non solo lo stato dello stabile, ma anche la vita residua dello stesso….. lasciando i nostri bambini nell’edificio. In alternativa… i doppi turni qua e la per la città, dove si potevano allocare classi, non essendovi una struttura grande abbastanza per tutti. Spaventati dai doppi turni, non per la loro natura in sé, ma per l’assenza di una soluzione a garanzia di una tempistica certa, abbiamo chiesto un termine, ragionevole, durante il quale l’amministrazione si sarebbe potuta attivare per risolvere la questione. Non ci pareva vero che lo stesso sindaco, in un’ottica di cittadinanza attiva ci avesse chiesto di partecipare ad un gruppo di lavoro per individuare rapidamente soluzioni.
Poi però abbiamo commesso il primo errore: abbiamo chiesto un verbale sottoscritto da tutti i presenti all’incontro (circa 20 tra genitori, DS, sindaco e assessori). Lo abbiamo redatto per come ci eravamo accordati e su richiesta dello stesso sindaco, abbiamo rimandato la firma al mattino seguente,…. Dopo 12 ore ci siamo ritrovati un verbale stravolto, dove non comparivano più le garanzie e gli impegni che il primo cittadino si era sentito, in tutta coscienza, e in prima istanza, di assumere.
La notte porta consiglio … legale.
-Non andiamo oltre a riferire dei contenuti dei numerosi incontri avuti con sindaco, assessori, prefetto, vescovo, tantomeno dei Consigli comunali, anche monotematici a cui abbiamo preso parte o alle sedute della Commissione Lavori pubblici, convocata ad hoc più volte per trattare il problema. Così come non entriamo nel merito degli ordini del giorno firmati, persino all’unanimità dall’intero consiglio comunale, minoranze incluse. No, non le ripercorriamo perché la stampa, nel corso di questi tre mesi, ha fatto sempre un puntuale resoconto. Diciamo solo che dal primo incontro, nel quale il sindaco ci chiedeva di fidarci di lui, pazientando e agendo in maniera ragionevole, egli stesso dopo 12 ore, con il verbale non sottoscritto, ha iniziato ad agire non fidandosi di noi e agendo in maniera assolutamente prudenziale, attivando in primis non l’ufficio tecnico, ma l’ufficio legale, producendo atti e documentazione che garantisse oltre modo lui stesso e gli amministratori da qualsiasi responsabilità in merito.
-E così sono fiorite manifestazioni di intenti, mai sottoscritte, che non indicavano mai un termine, ma solo indicativamente, così da non rispondere di un atto mancato, e non assumendosi l’onere di trovare una soluzione definitiva entro il 15 gennaio, ma solo di prospettarla. Una mirabile operazione di artifizi linguistici che ha mostrato la competenza dell’ufficio legale nel proteggere gli amministratori dall’immobilismo o incompetenza nell’affrontare una situazione che riguardava BAMBINI, la parte più fragile della nostra società.
-Tre mesi trascorsi a produrre carte garantiste e mai un atto decisivo, responsabile, sottoscritto. L’unica firma su un ordine del giorno, quello del 3 novembre u.s., del cui valore formale sappiamo tutti…. Una intesa su intenti e non su impegni. Tant’è che ad oggi solo due dei numerosi punti sono stati mantenuti. Il trasferimento della Collodi alla Jovine e la prospettazione di una soluzione per la don Milani, Via Gorizia. Intenti….
Solo a titolo informativo, ricordiamone alcuni:
-l’Ufficio tecnico comunale fornisca subito la documentazione attestante l’idoneità sismica della scuola Petrone;
-entro gennaio venga pubblicato sul sito del Comune la carta di identità di tutti gli edifici scolastici comunali;
-venga creata una task force regionale per risolvere l’annosa problematica dell’edilizia scolastica;
-si attivino mutui per trovare risorse per l’edilizia scolastica;
-vengano avviate manifestazioni di interesse, per ricercare anche strutture private dove ospitare la popolazione scolastica in strutture sicure;
-venga creata una “scuola cuscinetto” per ospitare gli studenti in situazioni emergenziali.
-Ecc…..

Ricordando come l’unanimità, con a capo il presidente Durante, abbia sottolineato che, se l’ordine del giorno non fosse stato rispettato, ovvero che innanzitutto il 15 gennaio non fossero cessati i doppi turni…. “tutti a casa”. Questa l’affermazione…
Ebbene, noi non avevamo chiesto “tutti a casa”…. A casa non servono a nulla. Noi li volevamo ad amministrare questa città, dove da liberi cittadini li abbiamo eletti, volevamo e vogliamo ancora che facciano il loro dovere e rispettino gli impegni che hanno preso con noi, prima quando si sono proposti ad assumere incarichi di amministratori di questa città, ed ora con 600 bambini, in balia degli umori di chi deve amministrare la cosa pubblica.
Parliamo degli umori perché ci sentiamo puniti per aver alzato la testa, per aver tenuto alta l’attenzione sulla nostra vicenda per due mesi, per aver dato voce ai nostri bambini senza tuttavia esporli, attraverso le loro letterine…. Non possiamo dimenticare l’annuncio a sorpresa di Via Gorizia da parte del sindaco che motivava la scelta parafrasando la letterina di una bambina. A noi è parsa una decisione “di pancia”, non una ragionata soluzione. Peraltro affidandosi ad una documentazione che tutto dice di quell’edificio, tranne che sia più sicuro di quello di via Leopardi.
Di soluzioni ce ne sarebbero state tante: da quelle prospettate dai genitori su invito dello stesso sindaco, allorquando hanno presentato preventivi per la realizzazione di moduli scolastici prefabbricati, o al bando esplorativo (il secondo in un anno) orientato ad individuare fra i privati, soluzioni temporanee.
Ogni soluzione immaginata, prospettata, paventata, ha trovato ostacoli insormontabili, da parte di questo o quello schieramento politico, se non da parte di altri cittadini che sono scesi in campo a difesa dei propri e legittimi interessi (la propria scuola, il proprio status, ecc…). E nessuno ci ha mai spiegato perché quella o un’altra soluzione non andava bene. Noi non avremmo capito…. Invece no, avremmo capito…
Ci siamo sentiti definire genitori VIP rispetto ad altri genitori che ritenevano essere meno fortunati perchè erano ai doppi turni da settembre, mentre noi solo dal 3 novembre. Ma intanto noi, ad oggi, ancora non abbiamo una sede dove poter andare.
Ci siamo sentiti dire che eravamo snob a non voler andare a Via Gorizia, solo perché non ci piaceva…. E a nulla è valso motivare le ragioni, tutt’altro che legate al gusto estetico per l’edificio.
Ci siamo sentiti puniti per aver protestato in maniera pressante… quando abbiamo sempre usato modi garbati limitandoci ad essere attenti a tutto quello che veniva fatto, anzi NON FATTO. Abbiamo fatto solo da specchio, riflettendo lo stato delle cose… E COSI’…SIAMO STATI PUNITI….
Abbiamo cercato di trasformare questa esperienza stressante per i nostri bambini, in occasioni di conoscenza e di educazione al senso civico e alla legalità, rifiutandoci di agire semplicemente la rabbia con azioni eclatanti… tutelando i nostri bambini da quello che riteniamo essere un pessimo esempio.
Non ci siamo incatenati perché riteniamo di vivere in un paese civile e democratico, dove la dignità e il rispetto di sé aiuta a creare valori morali ed etici di cui i nostri bambini hanno bisogno come cittadini del nostro domani.
Abbiamo sperato fino all’ultimo giorno, vedendo nascere sporadiche iniziative ….. e subito dopo morire, come le telefonate dal comune per esprimere quale ludoteca preferivamo al mattino,…. quelle che il comune avrebbe messo a disposizione delle 600 famiglie, al mattino, per fa fronte a questi disagi… gli incontri informali, i sopralluoghi in questa o quella scuola per trovare aule libere, M2, l’Artistico, via Roma, la cittadella dell’economia e ci fermiamo qui….

Orbene, alla luce di tutto questo, oggi potremmo annunciare una protesta clamorosa, perché i doppi turni non sono finiti il 15 gennaio. Questo ci si aspetta da noi genitori VIP, irresponsabili, madri scalmanate e padri iracondi.

Ebbene noi oggi siamo qui per dire:
Con profondo rammarico, siamo delusi, profondamente delusi dall’amministrazione che non ha saputo, e speriamo non voluto, gestire in alcun modo la situazione complessa che si è venuta a creare, malgrado tutto e tutti.
Siamo delusi e amareggiati dall’esperienza che abbiamo fatto in questi mesi, dove la cosa pubblica è stata gestita in funzione di interessi altri rispetto a quelli dei nostri 600 bambini. Siamo delusi e amareggiati nel constatare che l’amministrazione ha fallito agli occhi di 600 famiglie alle quali è stato chiesto di avere fiducia perché “stavano lavorando”… La delusione più grande è per non essere riusciti a proteggere i nostri figli da questo stress, da questo sacrificio, perché noi stessi gravati del peso di una organizzazione innaturale della vita quotidiana, in aggiunta, per molti, a quelle che sono difficoltà di lavoro, problemi di salute e problemi familiari.
Abbiamo voluto far sentire la nostra voce protestando da genitori e non da adolescenti creativi: noi non possiamo scendere in piazza ad oltranza per giorni interi, perché abbiamo la responsabilità dei nostri figli, siamo mamme e come tali dobbiamo accudire i nostri bambini, siamo padri e dobbiamo lavorare per provvedere a loro, siamo genitori e non vogliamo insegnare loro che i diritti sono solo una questione di potere, dove vince il più forte. 1200 genitori sono un forte potere, se fossero irresponsabili, se agissero di pancia e se non avessero a cuore valori morali ed etici da trasmettere ai propri figli.
Da genitori responsabili, rispettosi e garbati quali siamo sempre stati, constatiamo oggi che non ci appartiene il mettere in scena una guerra di potere con l’amministrazione, il nostro senso del dovere, di responsabilità e la nostra coscienza ci impediscono di allinearci ad un sistema irresponsabile, incompetente, che si autoalimenta millantando impegni, che agisce solo in maniera autoreferenziale e prudenziale, garantendosi da qualunque rischio nel rispondere in prima persona per una eventuale cattiva gestione della cosa pubblica.
Come genitori prendiamo atto che una società come la nostra che non si sacrifica per proteggere 600 bambini, i nostri, ha fallito, insieme a tutti i valori che animano il nostro paese. Ricordiamo ancora quando il presidente Ciampi a San Giuliano di Puglia disse “Non siamo stati capaci di difendere i nostri bambini”….
Ecco, il pensiero è questo….

Come genitori in questi mesi abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per difendere i nostri bambini,…
Oggi, con tanta amarezza prendiamo atto che la preoccupazione sulla sicurezza è solo di noi genitori e dei docenti/dirigente scolastica.

Prendiamo atto che a fallire non è solo una amministrazione, ma una intera città, una intera comunità, che non ha saputo rispondere come tale. Ci saremmo aspettati che di fronte ad una situazione di emergenza scolastica evidente, ormai, balzata agli onori della cronaca con via Crispi e poi via D’Amato, l’intera comunità si sarebbe mobilitata.
Ci saremmo aspettati solidarietà, iniziative da parte di studenti, di cittadini, di privati, di dirigenti scolastici, sindacati ecc… invece abbiamo osservato il fallimento di una comunità, dove ha prevalso l’indifferenza, dove sono state erette barriere o si è puntato il dito, a difesa del proprio orticello, affermando “questo è mio e non si tocca”.
Ci saremmo aspettati una maggiore coscienziosità di fronte a bambini che da settembre – e qui la sorte ci accomuna ai bambini di via Gorizia, ad oggi rimasti solo 98 – vanno a scuola di pomeriggio, che subiscono disagi potenzialmente rischiosi per la loro salute – e ad oggi non solo più potenzialmente -.
Ci saremmo aspettati che presidi di edifici scolastici semivuoti offrissero ospitalità ai nostri bambini, in questa fase transitoria, offrendo all’amministrazione anche un tempo congruo per individuare soluzioni ad hoc per tutti, anche per quelli che si troveranno, a breve, nella nostra stessa situazione.
Invece abbiamo assistito a comportamenti lontani da quelli che dovrebbero animare una comunità, dove scuole impoverite nel corso degli anni in termini numerici, hanno approfittato dell’emergenza della Don Milani – e prima ancora di Via Crispi e Via D’Amato – , per rafforzarsi e divenire aziende potenti numericamente. Ci saremmo aspettati azioni di solidarietà, magari non risolutive, ma in grado di attenuare i disagi di tutti. Invece l’onere è ricaduto su una parte fragilissima di questa comunità, i bambini.

Abbiamo però potuto contare, ma già lo sapevamo, sulla nostra scuola, una comunità, fatta di persone che, ognuna in base al proprio ruolo e funzione, ha fatto davvero il possibile e l’impossibile per i nostri bambini. Pensiamo ai nostri insegnanti, tutti, che si sono ridefiniti e hanno adattato la didattica a questa situazione di emergenza, facendo appello non solo alle loro alte competenze, ma anche alla loro creatività ed inventiva. Hanno fatto sacrifici anche nelle loro famiglie, perché sono madri e padri anche loro e hanno sacrificato i loro figli o le loro famiglie per la nostra scuola. Una scuola fatta di persone, dove il personale Ata, spesso dimenticato, ha fatto salti mortali per rendere dignitosa l’ospitalità per i nostri bimbi al pomeriggio. Nella nostra comunità abbiamo scoperto una dirigente che non si è persa d’animo, impegnandosi a garantire l’unità della scuola, modalità attraverso la quale i disagi potevano essere mitigati. Una dirigente che ha fatto da sé, in barba a ruoli e funzioni, accogliendo genitori arrabbiati, disperati, affranti e impotenti. Nella nostra comunità abbiamo trovato genitori che, in doppia veste e con tanti ostacoli, hanno provato a dare sostegno e speranza.
Questa è la nostra comunità, in una comunità …. dormiente.

Ribadiamo un’altra domanda al “Comune di Campobasso” e alla “Direzione Didattica”
” da Settembre 2017, e le iscrizioni scadranno il prossimo 6 Febbraio 2017, dove dovrebbero iscriversi i nuovi studenti delle classi prime della Primaria – Don Milani, e della secondaria I. Petrone” vista la mancanza totale di una prospettiva certa” ?! . e perché e come, dovremmo garantire un POF per l’anno prossimo, la Dirigente Scolastica, certamente non mancherà nella sua programmazione come gli stessi Sigg. Insegnanti, ma…si…ma, quale certezza avranno gli alunni e genitori ?!

Grazie sindaco, grazie assessori, grazie consiglieri, visibili e invisibili, per essere riusciti a farci comprendere su chi possiamo contare, chi condivide con noi gli stessi principi, valori etici e morali, chi ha rispetto e protegge i nostri bambini, il nostro futuro…. che ci ha accompagnato in questa vicenda che … non dimenticheremo, per tutti gli effetti che in un modo o nell’altro lasceranno il segno.

Qualunque cosa accadrà noi non ci arrendiamo e continueremo a chiedere con maggiore determinazione quello che è un nostro diritto … e soprattutto noi non dimenticheremo!

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