Campobasso conferma la sua vocazione di citta “on demand” anche in edilizia con l’ennesimo intervento di fabbricazione, questa volta per circa 40mila metri cubi, tra volumi residenziali e commerciali che, come avevo preannunciato a settembre 2015, si profila a ridosso della cornice incontaminata e a verde della collina di San Giovannello, lato via Altobello/San Giovanni in Golfo. Con l’alibi delle scuole sicure e il passepartout del timore dei genitori, il comune si appresta ad approvare a tappe forzate iniziate ancor prima della presentazione del progetto, un accordo con i privati che prevede la realizzazione di 11 fabbricati, che vanno dai due ai quattro piani fuori terra oltre al sottotetto ed al piano seminterrato, per circa 100 appartamenti a prezzo di mercato e 800/1000 metri quadri da destinare ad area commerciale.
Una zona, quella di San Giovannello, per potere costruire occorrono non meno di 100mila metri quadri con un indice di fabbricazione di 0,50 mc/mq ed un’altezza edificabile di 7,50 metri e che con l’ipotesi in cantiere verrebbero surclassati riducendo il lotto a poco più di 30mila metri quadri e raddoppiando di fatto sia l’indice di costruzione sia l’altezza massima consentita. Una operazione edilizio/finanziaria che, in ragione della trasformazione urbanistica dell’intervento, porterebbe al raddoppio del valore dell’area che passerebbe da 5 a 11 milioni di euro, di cui poco più di un milione andrebbe al Comune in opere pubbliche (palestra) al servizio di una scuola la cui realizzazione comunque sarebbe a carico del comune.
Un’ipotesi a mio avviso impercorribile non solo in quanto in contrasto con i principi dettati nelle linee programmatiche, ma anche per l’impatto urbanistico e paesaggistico, per il vincolo ambientale che vi insiste, per il flusso veicolare devastante per un’area già congestionata, per il poderoso carico abitativo e commerciale che tale insediamento comporterebbe, oltre che in contrasto con la diligenza del buon padre di famiglia in carenza altresì dei requisiti di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza di legge.
Un accordo che appare immotivato, oltre che in controtendenza tenuto conto delle centinaia di immobili invenduti, dei cantieri fermi e delle ulteriori concessioni edilizie in standby, e che non può essere giustificato in estrema sintesi solo per una palestra che peraltro il comune può tranquillamente realizzare con fondi propri, tenuto altresì conto che la scuola materna/elementare, essendo a totale spesa pubblica, può essere edificata a norma sull’area di quella esistente e dimensionata sulla scorta dell’andamento demografico della popolazione scolastica.
Consigliere Michele Ambrosio