Approvato in consiglio comunale, con i soli voti della maggioranza, il “Progetto di medicina territoriale per dare risposte ai cittadini”, già condiviso da numerosi Sindaci dei comuni molisani, ed elaborato dal periodico “La fonte”, dalla diocesi di Termoli-Larino, dalle chiese battiste di Campobasso e Ripabottoni e varie associazioni molisane che, con l’aiuto di diversi esperti, hanno presentato un progetto per tutelare la salute dei molisani e quella delle realtà locali. La proposta è stata elaborata per stimolare un confronto aperto a tutte le parti, partendo proprio dai reali bisogni del territorio.
Il documento è stato presentato dall’assessore alle politiche sociali Antonella Di Domenico nel corso dell’assise civica tenutasi venerdì scorso 30 aprile. L’Assessore ha sottolineato l’importanza di tale proposta per dare impulso ad una nuova stagione per la programmazione sanitaria nella nostra regione e riaffermare con decisione il diritto alla salute di tutti i molisani senza se e senza ma. L’intento è quello di portare avanti una battaglia che non ha colori o bandiere, ma appartiene a tutti i cittadini. È chiaro, infatti, che la salute non solo è un bene prezioso per i cittadini, ma anche un investimento virtuoso che evita allo Stato e alle nostre comunità di pagare grandi costi sociali e finanziari.
“Da decenni la prevenzione è stata ridotta ai minimi termini – si legge nel documento – così come tutte le attività di medicina sul territorio. Il Covid-19 ha fatto esplodere gli aspetti paradossali di questa situazione e mentre affrontiamo l’emergenza, siamo obbligati a ripensare l’intero servizio sanitario nazionale. Serve una sanità che abbia al centro la salute prima della malattia, che dia nuova linfa alla medicina territoriale e riorganizzi il sistema ospedaliero”.
Tra le proposte principali c’è la digitalizzazione del sistema sanitario del Molise, ritenuta una scelta necessaria per conoscere lo stato di salute della comunità molisana e per rendere efficiente l’intera organizzazione della Sanità, dalla medicina territoriale alla rete ospedaliera. Altro punto fondamentale sono i Distretti della Salute: nella nostra Regione vi sono attualmente tre “Distretti della Salute” che devono avere una funzione di programmazione, coordinamento e controllo delle attività sanitarie, attraverso la lettura e l’interpretazione dei bisogni sociali, ambientali e sanitari del territorio.
Il corretto funzionamento dei Distretti della Salute consentirà di contenere lo sviluppo delle malattie, ridurre la pressione sugli ospedali e le liste di attesa, ma anche di evitare costose prestazioni ospedaliere inappropriate. In ogni distretto della salute va potenziato l’organico dei medici di base, che sono le sentinelle che vigilano sulla salute dei cittadini nel territorio.
Inoltre punta sulle cosiddette “Case della Salute”, una ogni 15/20.000 abitanti, per fornire assistenza specialistica, diagnostica e servizi di telemedicina, e al pari tempo diventare il vero cuore pulsante della medicina territoriale e facilitare le attività di prevenzione, l’accesso alle prestazioni e ai percorsi assistenziali e riabilitativi dei malati.
Il sindaco Pietro Testa ha sottolineato il problema della carenza di medici specializzati presso il Poliambulatorio di Riccia e ha ribadito che, già da diversi anni, l’Amministrazione comunale sta richiedendo il potenziamento della medicina specialistica, sia in termini di servizi che di ore.
“Il Comune di Riccia ha inoltre lavorato in questi anni per realizzare diversi servizi territoriali – ha spiegato Testa – ha portato a termine i lavori di ristrutturazione dell’ex casa mandamentale, finalizzati alla realizzazione di un RSA con 20 posti letto per soggetti affetti da demenza cognitiva e/o Alzheimer con annesso Centro Diurno per un massimo di 10 posti, a seguito di un finanziamento regionale di 600mila euro. Infine sono stati presentati vari progetti, mediante la strategia SNAI Fortore, rivolti agli anziani e al potenziamento dei Servizi di Telemedicina e Telesoccorso”.