Lunedì 17 giugno e martedì 18 giugno 2024, presso l’Aula “Crucitti” del Responsible Research Hospital, si è tenuto il convegno dal titolo “L’Oncologia Medica di Precisione nel Trattamento del Tumore Mammario”. L’evento, organizzato e diretto da Andrea Mancuso, Responsabile dell’Unità Operativa di Oncologia, è stato introdotto e moderato da Aida Di Stefano, Specialista in Oncologia.
“È sempre più importante personalizzare le terapie oncologiche. Oggi non si utilizzano più protocolli terapeutici standard, ma si analizza il DNA del tumore per sviluppare un trattamento specifico per ogni paziente, rendendolo unico,” ha dichiarato il Dottor Mancuso.
In Italia, circa 37 mila donne convivono con un tumore al seno metastatico, la forma più avanzata e insidiosa della neoplasia. Tuttavia, grazie ai progressi della ricerca, aumentano le prospettive di trattamento per queste pazienti, sono emerse novità importanti dal congresso della American Society of Clinical Oncology (ASCO).
L’evento ha visto la partecipazione di numerosi esperti e oncologi provenienti da varie parti d’Italia. La medicina di precisione in oncologia mira a identificare le caratteristiche specifiche del tumore della paziente, come le mutazioni genetiche o le alterazioni molecolari, al fine di determinare la terapia più adatta.
“Il tumore della mammella rimane il “big killer” numero uno per le donne, ma la diagnosi precoce si rivela strategicamente determinante e vincente sia in termini di guarigione sia di migliore qualità di vita. In risposta all’elevata incidenza di questa neoplasia,” commenta il professor Francesco Schittulli, presidente nazionale della LILT, senologo e chirurgo oncologo, “bisogna sottoporsi alle campagne di screening, frequentare le strutture adibite agli esami preventivi, perché la prevenzione è l’arma vincente contro il cancro e l’investimento migliore che si possa fare è quello in salute.”
I lavori del convegno hanno evidenziato la crescente attenzione verso il tema. Tuttavia, con l’aumento delle opzioni diagnostiche e terapeutiche, il percorso di cura diventa più complesso. È fondamentale avere una figura di riferimento, come il case manager, che guidi il paziente e coordini il team multidisciplinare. “È importante supportare i pazienti e le loro famiglie, assicurando che non si sentano smarriti in un percorso così impegnativo,” ha sottolineato Veronica Varchetta, Case Manager.