Residence a luci rosse: sequestrato immobile nel centro di Campobasso

Nella mattinata del 24 ottobre 2023, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campobasso, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale Ordinario di Campobasso che, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo di un immobile, con l’ordine di sgombero e il divieto di accesso ai locali.

Trattasi di un residence sito nel cuore della città, sequestrato al fine di interrompere l’attività delittuosa posta in essere dagli indagati che tolleravano l’esercizio dell’attività di prostituzione di diverse donne, svolta all’interno degli appartamenti concessi in locazione temporanea condotta prevista e punita dall’art. 3 comma 3 e art. 4 comma 7 della Legge Merlin .

L’attività di indagine, coordinata dalla Procura di Campobasso, ha avuto inizio nel mese di agosto dello scorso anno a seguito di una denuncia per presunte minacce, sporta da un cliente abituale. Al termine di un’approfondita e dettagliata ricostruzione dei fatti, della durata di circa un anno, si è avuto modo di riscontrare come i gestori del residence consentissero che gli appartamenti venissero utilizzati per l’esercizio della prostituzione in modalità stabile e continuativa garantendo, da un lato, l’accesso illimitato ai clienti delle donne, senza alcun controllo o monitoraggio e, dall’altro, riservatezza nell’utilizzo della struttura ricettiva in maniera esclusiva.

Le modalità di ingaggio da parte dei clienti avvenivano tramite l’uso di siti web dedicati agli annunci per incontri sessuali, con le immagini riportate che ritraevano le donne, di diverse nazionalità, che promettevano prestazioni sessuali a pagamento. Gli incontri avvenivano presso la struttura sequestrata, sprovvista di servizio di portineria, attraverso l’utilizzo del citofono che riportava l’interno corrispondente ad un appartamento del residence, generando un frequente afflusso di uomini nell’area, notato anche dai residenti.

Si è così messa in luce la complessità e la diffusione del fenomeno illecito, il cui giro di affari è stato stimato approssimativamente in 30mila euro al mese per le prostitute (circa 7.500 euro cadauna) e 8.400 euro al mese per i gestori.

Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, nel corso delle quali i soggetti coinvolti potranno esperire, in ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito.

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