Con questo titolo frammisto al latino riveduto e corretto per l’occorrenza consentiteci di tornare sull’argomento della prossima scelta chi dovrà reggere le sorti della regione. Una questione che “molti” credono essere una pura formalità, tanto per parafrasare un film di Roman Polansky, che abbiamo preso in prestito quale prima parte del titolo ma che in verità presenta molti punti interrogativi pendere sul Molise come la spada di Damocle; il che non è cosa di poco conto.
Titolo che fa da pendant con un detto popolare: “la folla non è buona nemmeno per la guerra”. La quale, si è scatenata con virulenza tra le varie alleanze, anche se ancora siamo nella fase prodromica, nel senso che si sta studiando la strategia e sopratutto quale saranno le squadra da mettere in campo con relativi capitani. A quelli che obietteranno; ma questi non la smettono di usare paragoni che poco “c’azzeccano”, come direbbe l’ottimo Di Pietro, che ha annunciato una sua possibile candidatura in Molise da indipendente, con quello che sarà il prossimo scenario della politica molisana?
Rispondiamo semplicemente che usiamo un linguaggio colorito perché solo in questo modo l’uomo della strada che ha dato fiducia a chi ora siede negli scranni dei palazzi del potere può avere contezza di quanto accade. Accadimenti che vedranno, come sempre del resto, arrivare in regione i big della politica nazionale che daranno forza e riconoscimento alle formazioni che si verranno a creare fra qualche settimana, in vista delle consultazioni elettorali del mese di aprile, visto che con ogni probabilità la data del 4 marzo è saltata.
Insomma, una baraonda da paragonare ad un ennesima “guerra dei bottoni”. Con questo non vogliamo inneggiare a possibili rivolte tra le parti ma i grattacapo certo non mancano, specialmente se si deve rispettare anche in futuro il patto che ha visto spesso e volentieri i numerosi salti del fosso e gettare alle ortiche gli ideali; Ecco perché consentiteci di dire che è giunto il momento definitivo di ricomporre il puzzle dove i pezzi sono andati perduti anche se è difficile ritrovarli.
Vedete, in questi giorni di fibrillazione, certamente non vorremo trovarci al posto di chi dovrà scegliere gli uomini e le donne che comporranno le liste e dire agli esclusi, “non preoccuparti perché sarai nuovamente impegnato; mi devi dare una mano assolutamente; nessuno rimarrà senza fare nulla; scherzi il tuo ruolo è fondamentale per le sorti di questa realtà; ti devi occupare di una cosa di vitale importanza; fino ad ora siamo stati impossibilitati a operare ora a lavoro tutti nessuno escluso”.
Parole che, nonostante i buoni proponimenti, purtroppo ne siamo più che sicuri, ancora una volta riascolteremo anche se saranno vanificate perché solo pochi affiancheranno chi per i prossimi cinque anni, almeno che non ci sia un cambio in corsa avviata; è già accaduto precedentemente, condurrà questa nave in navigazione più sicura. Parole che sappiamo che mascherano una politica obsoleta. La quale, ci auguriamo, cambi altrimenti il cittadino elettore che è divenuto scaltro non sarà disposto a sentire la frase di rito: “Nunzio vobis gaudio magnum: abemus concilio”, anche se l’annuncio è lontano da essere pronunciato, perché manca ancora, ma non molto, alle elezioni e in politica, lo si sa bene tutto può accadere, soprattutto l’inimagginabile
di Massimo Dalla Torre