Presentazione del libro di Pax Christi Molise. Lunedì 1 dicembre 2014 alle ore 18.00, presso l’auditorium Celestino V, in via Mazzini, 80 a Campobasso sarà presentato il libro “La vita prima del debito” curato e promosso da Pax Christi Molise a conclusione della Scuola Popolare di Economia e Resistenza Umana proposta qualche anno fa a Campobasso. Il libro – Bordeaux Edizioni- a cura di Antonio De Lellis è una raccolta di riflessioni su economia e vangelo scritte a più mani: don Michele Tartaglia, don Silvio Piccoli, Marco Bersani, Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Antonio De Lellis, ed altri. La prefazione è di Mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Una riflessione su questa “economia che uccide”, come dice papa Francesco, e la ricerca di strade nuove per un “ritorno dell’economia e della finanza ad un etica in favore dell’essere umano” trapela nei contenuti e tra gli obiettivi principali del libro. Tra i relatori interverranno: don Michele Tartaglia, don Silvio Piccoli ed in videoconferenza padre Alex Zanotelli. Le conclusioni saranno di Mons. GianCarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso –Bojano e Presidente della Commissione per la Giustizia, Pace , Lavoro e Creato della CEI.
Moderatore, Antonio De Lellis.
Scheda libro
A cura di Antonio De Lellis
Prefazione di Mons. Mario Toso
Interventi di Marco Bersani, Antonio De Lellis, Francesca Delfino, Luciano Gallino, Francesco Gesualdi, Antonello Miccoli, Silvio Piccoli, Michele Tartaglia, Aldo Zanchetta e Alex Zanotelli
«E tu da che parte stai? Dalla parte di chi ruba nei supermercati o dalla parte di chi li ha costruiti, rubando?» (F. De Gregori, Chi ruba nei supermercati)
Noi da che parte stiamo? Dalla parte di chi non paga il debito o dalla parte di chi lo ha costruito, accettando i diktat del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea? Islanda, Grecia, Argentina, un domani forse anche Spagna e Italia: i paesi a rischio default sono sempre di più, ma il debito deriva da scelte scellerate di altri, come quella di investire in derivati e titoli “tossici”.
È giusto accettare i tagli ai servizi, la riduzione dei salari e l’aumento delle tasse, spesso decisi da burocrati europei eletti da nessuno