Otto italiani su dieci trascorreranno il giorno di pasqua a casa, con parenti e amici, portando in tavola i sapori tipici della tradizione che non riguardano solo uova di cioccolato e colombe, ma soprattutto tipicità regionali che si tramandano da generazione in generazione. La stima è stata fatta dalla Coldiretti, sulla base delle indicazioni fornite sugli italiani in viaggio e su quelli che trascorreranno la pasqua al ristorante, causa le avverse previsioni meterologiche, tant’e’ che sono in molti a puntare sulla pasquetta per la classica gita fuori porta. Ed è proprio tra le mura domestiche che si svolgerà il tradizionale rito della preparazione e del consumo di specialità gastronomiche pasquali, destinate spesso a rimanere solo un piacevole ricordo per tutto il restante periodo dell’anno. Si tratta di piatti che, secondo la Coldiretti, hanno come ingrediente principale 380 milioni di uova che gli italiani mangeranno soprattutto sode a colazione, o attraverso dolci e creme. Andando a fare i conti spicci il pranzo casalingo degli italiani costerà intorno al miliardo e mezzo di euro, mentre la spesa al ristorante è stimata in media a circa 40 euro per persona, anche se la maggior parte resterà in famiglia, dove trionferà la preparazione dei piatti tradizionali con le singole tipicità ogni regionali.
Per pranzo, in Molise è d’ obbligo “l’insalata buona Pasqua” con fagiolini, uova sode, pomodori e frutta ma anche l’antipasto misto di salumi e rustici e formaggio; per primo pasta fresca con salsiccia e carciofi o pasta alla chitarra al ragù; per secondo grigliata di agnello locale e salsiccia casareccia alla brace; contorni vari, rustico locale formaggio pecorino condito con marmellate; dessert pastiera di riso o di grano a seconda il gradimento dei commensali, o la classica “pigna”, il menu’ include vino, bevande e caffe’. Sono queste le specialità regionali preparate nelle case dei molisani sulla base di ricette della tradizione che nascondono spesso piccoli segreti familiari che le rendono inimitabili dai grandi marchi industriali.
E se tra parenti e amici non c’è più chi custodisce e prepara i sapori dell’antica tradizione, una scelta coerente è rappresentata dagli oltre tredicimila agriturismi disseminati lungo tutto lo stivale dove più radicate sono le tradizioni alimentari ed è ancora possibile gustare autentiche specialità fatte con ingredienti genuini e ricette uniche del territorio. Ma il rispetto della tradizione sembra abbia contagiato anche i ristoranti che, secondo una ricerca Fipe-Confcommercio, nell’86,2% dei casi offrono menu tipici che risultano vincenti rispetto a quelli creativi (8,4%) e a quelli internazionali (5,4%). Insomma un vero e proprio tripudio di sapori e gusti anche perché il nostro paese nel mondo non e’ conosciuto solo per l’arte, il sole, il paesaggio, ma soprattutto per la buona cucina vera e propria attrattiva specialmente per chi arriva da oltre alpe.
Massimo Dalla Torre