di Massimo Dalla Torre
Ci stiamo avvicinando velocemente alla settimana caratterizzata della semi chiusura
natalizia anche se la politica non chiude, perché continua a fare danni, leggasi querelle in
casa Fratelli d’Italia sul caso Iorio e Romagnuolo, restare aperta anche se sarebbe meglio
di no. Politica spesso e volentieri presa di mira dai vernacolieri, i poeti dialettali che,
attraverso la satira fustigavano i potenti, per cercare di analizzare, se pur sommariamente, la situazione che sta caratterizzando il Paese, Molise in primis.
L’ho abbiamo fatto perché, leggendo i giornali e ascoltando le notizie di questi giorni ci sono venute alla mente proprio le parole dei fustigatori delle anime prave, come li definirebbe Dante, padre della lingua italiana, che, non si sottraeva a dispute in versi. Parole che spiegano appieno il significato della parola “politica”, ma soprattutto come questa trasforma chi, dopo essere approdato nelle stanze dei bottoni, ignora le promesse fatte alla comunità e poi regolarmente disattese.
Non siamo politici e tanto meno esperti della materia, ma semplici osservatori, per giunta ignoranti, di questo pianeta che ammalia, affascina, attrae anche chi non mastica di cose inerenti alla politica. Materia che coinvolge e che, quando capita l’occasione, il che quasi quotidianamente, permette di fare lunghe elucubrazioni che, alla fine portano tutte alla stessa conclusione: di non politica si può vivere. Vedete, quello che sta accadendo è stato largamente previsto da chi conosce le varie “anime” che la dicono lunga di come spesso, anzi di sovente, si usa la politica per “aggiustare i fatti di casa propria”.
Con questo non vogliamo assurgere al ruolo di puritani perché le dichiarazioni rilasciate alla stampa sono solo la prova provata di chi vuole togliersi il classico sassolino nella scarpa che inesorabilmente porta a distruggere l’identità del Molise. Cose che, potrebbero avere peso solo se le stesse non si trasformassero in proclami vuoti per riempire le pagine dei giornali o le cronache televisive. Non sta certo a noi insegnare la difficile arte della politica e tanto meno dare dritte di come si deve amministrare la complessa macchina amministrativa. Una cosa però consentiteci di scriverla lavorate per il
bene della comunità altrimenti i sonetti dei vernacolieri peseranno sulle coscienze e
questo per chi si è prefissato di voltare pagina, cosa che non è accaduto e se è accaduto
nessuno se ne è accorto, non è bene; anzi è male.