di Massimo Dalla Torre
Contrariamente a quanti potevano pensare, il paventato tsunami politico targato PD in seno al Consiglio Regionale del Molise non ci sarà. Notizia abbondantemente riportata e commentata nella giornata di ieri, da tutti gli organi d’informazione locale e non; noi lo facciamo oggi per tenere alta la guardia nei confronti della politica del non senso. Sommovimento che sarebbe potuto avvenire specialmente se si pensa che Matteo Renzi martedì 17, data bollata iellata dalla politica nazionale, ha lasciato il PD e ha annunciato la nascita di una nuova formazione partitica denominata “Italia Viva”. Nascita preannunciata da una telefonata sia al premier Giuseppe Conte sia al presidente della Camera dei deputati Roberto Fico e a quella del Senato Elisabetta Alberti Casellati. Telefonata in cui ha confermato il sostegno all’esecutivo giallo/rosso; ben intesi non si tratta della compagine calcistica dell’urbe ossia della “maggica” per antonomasia il rafforzativo delle g deriva dalla definizione della squadra in dialetto romanesco, ma quello PD/Movimento Cinque Stelle. Con il Tosco dalla parlata veloce usciranno dal partito 41 tra parlamentari e senatori, anche se indiscrezioni indicano che saranno di più. Transfughi che daranno vita a gruppi autonomi che avranno qualche problema specialmente a Palazzo Madama dove è entrato da poco in vigore il nuovo regolamento che complica le cose. Gruppi che, non si allontaneranno dalla maggioranza, anche se tra questi ci sono anche esponenti di forza italia, ossia dell’attuale opposizione governativa, e di conseguenza sosterranno il governo da poco rinnovato di cui fa parte anche il neo ministro dell’agricoltura anche lei in uscita con il gigliato Matteo e la graziosa concittadina di Pietro Aretino Maria Elena Boschi fedelissima Renziana. Tuttavia nella squadra retta da Nicola Zingaretti segretario nazionale della formazione di sinistra nonché Presidente della regione Lazio ma soprattutto fratello del commissario Salvo Montalbano nato dalla creatività del compianto Andrea Camilleri da poco scomparto resteranno molti degli uomini e delle donne che negli anni passati hanno condiviso la linea dell’ex premier Renzi, a partire dall’attuale ministro della difesa Lorenzo Guerini, dall’ex ministro dello sport Luca lotti e da Graziano del Rio in passato guardasigilli del marchio Renziano. Cosa che certamente avrà il suo peso in termini di voti. Secondo il capogruppo del PD in consiglio regionale, Micaela Fanelli, che e’ stata una supporter del fiorentino la scelta di uscire dal PD è un errore, tant’e’ che la decisione lascia sconcertati specialmente gli elettori, a cui la nuova fase politica e di governo sta offrendo motivi di rinnovato e vero ottimismo. Per questo, ha detto, sono e resto nel PD dove lavoro a non far prevalere massimalismi affinché l’entusiasmo innovativo di una stagione passata, di cui Renzi è stato uno dei protagonisti, si possa, con le dovute differenze, rinnovare ed evolvere, per ricostruire un’Italia nuova, diversa, più solidale e moderna. Anche qui in Molise, dove il PD resta l’unica forza che, con i fatti, sta dimostrando serietà e capacità nell’affrontare e proporre soluzioni ai problemi che il centrodestra, finora, è stato incapace di risolvere. Per questo una delle mie priorità resta far approvare un piano per evitare l’emigrazione dei giovani, maggiori investimenti, più attenzione per le aree interne, la garanzia e la certezza dei diritti di tutti. Dello stesso parere il segretario regionale del PD, Vittorino Facciolla, ex vice presidente della giunta regionale guidata da Paolo di Laura Frattura momentaneamente eclissato anche se i bene informati riferiscono che sarà lui il punto di riferimento in Molise di Renzi, unitamente a Donato D’Ambrosio. Facciolla è l’ altro consigliere di palazzo D’Aimmo si detto preoccupato e dispiaciuto per l’accaduto ma ha ribadito a quanti chiedevano notizie su una sua fuga dal partito ha ribadito con convinzione: il PD è la mia casa; di conseguenza non lascio come molti esponenti nazionali che fino a pochi giorni fa hanno condiviso gli ideali del partito da considerare una forza politica di eccellenza, tant’è che chi non ha pensato assolutamente all’esodo verso altri lidi siede negli scranni del governo.