Più conosco gli uomini: più amo gli animali

di Massimo Dalla Torre


Più conosco gli uomini, piu’ amo gli animali. Questa è la risposta al
provvedimento adottato dal Comune di Campobasso, in cui si fa
divieto di accesso ad animali e cani nell’area del cimitero cittadino.
Provvedimento, anche se la prima cittadina ha dichiarato di non
saperne nulla, perché promanato dagli Uffici competenti e non dalla
volontà politica, fa ripiombare il sistema amministrativo comunale a
50 anni fa, il che dimostra pochissima sensibilità nei confronti degli
amici a 4 zampe, anche perché se lo si legge nell’interezza, deve
essere abrogato e non rafforzato. Provvedimento che ha suscitato
indignazione, poca considerazione ma soprattutto critiche
all’indirizzo del palazzo di città da parte dei cittadini, e lo sono
sempre più, che dovranno lasciare il loro amico o legato fuori i
cancelli del luogo dove sono inumati gli umani o all’interno della
propria autovettura se non addirittura a casa. Sulle ragioni di tale
punizione anzi reprimenda ci sarebbe molto da discutere perché i
comportamenti di molti umani rasentano l’assurdo e
l’incomprensibile, specialmente perché spesso i cosiddetti pelosetti,
pagati tra l’altro a caro prezzo, mentre ci sono i canili che ospitano
tanti randagi da adottare, vengono considerati un giocattolo da
mostrare agli amici e portarli a spasso imbellettati, senza sapere
che hanno un cuore e sono molto più fedeli di chi vive al nostro
fianco. Sull’aspetto legato al randagismo, e sulle strade sporcate
dai liquami animali, cui dovrebbero pensare i padroni, non entriamo,
se non su una cosa, perché non si provvede ad arginare lo
scorrazzamento specialmente dei cinghiali nelle ore notturne in
città? Domanda cui molti cittadini si pongono ma che fino ad ora si
sono visti rispondere solo con fiumi di parole inutili e poco efficaci,
tant’ l’assalto notturno degli ungulati è arrivato finanche nel centro
città, il che rappresenta un vero e proprio pericolo per la propria
incolumità. Perché al posto di puntare il dito accusatorio nei
confronti di chi, nella solitudine, sono sempre più perché viviamo in
un Paese non più giovane, ha scelto quale compagnia un animale
che è la personificazione umanizzata e non animale quale elemento

più importante della casa e della vita? Punti di domanda che,
inducono a dare una sola risposta contraddistinta da un ulteriore
punto interrogativo, che abbiamo voluto sintetizzare con una
spiegazione semplice ma lapalissiana: ci si è mai chiesto perché
quando varcano il ponte dell’arcobaleno, purtroppo la loro vita è più
breve della nostra, lasciano un vuoto incolmabile e un dolore che
difficilmente potrà essere cancellato? ecco perché plaudiamo a chi,
come a Campodipietra, un ragazzo di nome Antonio, ha pensato a
loro, creando un luogo tranquillo e pieno di attenzione chiamato
“Amico mio” situato in contrada valle. Un giardino in cui rimangono
sempre e comunque in noi e ci sono vicini, anche se non
materialmente a dimostrazione che il titolo di questo intervento è
quanto mai veritiero.

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