La necessità di una pianificazione territoriale qualificata e all’altezza di una città capoluogo di Regione, scaturisce dalla considerazione che negli ultimi anni, come è oramai noto, si sta assistendo a Campobasso ad un inarrestabile processo di cementificazione che in barba al rispetto delle più elementari regole di decoro urbano e di rispetto del gusto estetico, sta portando la città ad uno sviluppo edilizio “anarchico” che, ne siamo sicuri, la danneggerà col passare del tempo.Lungi da noi avere una posizione avversa a qualsiasi tipo di intervento edilizio, anzi, siamo preoccupati per la forte crisi che attraversa il settore, ma vorremmo un confronto costruttivo e sinergico con tutte le forze interessate per una impostazione volta alla migliore pianificazione di un disegno di sviluppo serio per la città, che invece ultimamente sta subendo scelte di natura urbanistica magari dettate da tribunali amministrativi o Commissari ad acta.
Tra le tante cose, sicuramente importanti, ci piacerebbe, nello specifico, affrontare il problema tenendo presente il fatto che ad esempio, nelle autorizzazioni edilizie magari con varianti di piano, si considerasse l’aspetto “finalistico” dell’intervento, l’utilità sociale di un’edilizia residenziale supportata da uno studio sociologico alla base, in grado di motivare giustamente l’intervento stesso. Un secondo punto, inoltre, per noi fondamentale, è la consapevolezza che il carattere di sostenibilità degli interventi edilizi non è “scollegabile” dal concepire tale aspetto come elemento fondante in fase di progetto urbanistico. Va specificato che è in fase di pianificazione urbanistica che occorre, attraverso valutazioni scientifiche pluridisciplinari e ponderate scelte politiche , individuare i limiti da non oltrepassare e i fattori di vulnerabilità da rispettare, le risorse naturali, storico-architettoniche e paesaggistiche da tutelare, i requisiti qualitativi, energetici e di corretto orientamento bioclimatico su cui plasmare il progetto edilizio.
Un terzo aspetto, sicuramente non ultimo, è la capacità di un’Amministrazione di garantire all’utenza strumenti volti alla migliore e sicuramente più efficace rappresentazione del territorio e dei suoi mutamenti. A tal riguardo il SIT (Sistemo Informativo Territoriale) è l’esempio più tangibile forse per assicurare al cittadino un aggiornamento continuo delle informazioni volte alla migliore conoscenza delle realtà territoriali che lo circondano. Solo per la cronaca, ma senza polemica, in riferimento alle dichiarazioni fatte lo scorso 4 Gennaio dall’Assessore all’Urbanistica circa l’istituzione del Sistema, va specificato che il S.I.T. è stato istituito nel Comune di Campobasso, con una cerimonia ufficiale di presentazione, lo scorso 8 Giugno 2011. Ed è da allora che funziona. I provvedimenti non vanno subiti, ma governati, condivisi, programmati.
Francesco Pilone, Marialaura Cancellario