“L’abilità politica è l’abilità di prevedere quello che accadrà domani, la prossima settimana, il prossimo mese e l’anno prossimo. E di essere così abili, più tardi, da spiegare perché non è accaduto”. Sono queste parole di Wiston Churchill che racchiudono in tre righe l’intera critica di Enrico Perretta al programma del centrosinistra di Palazzo San Giorgio. “Le linee programmatiche del sindaco Antonio Battista sono un sogno da realizzare. Ma in quanto tempo?”. E’ questa la domanda che si pone Enrico Perretta, consigliere di opposizione al Comune di Campobasso appartenente al gruppo “Campobasso Nuova”. “I quattro punti strategici – “Campobasso che si rinnova”, “Campobasso che lavora”, “Campobasso da vivere” e “Campobasso dei flussi” – che racchiudono le nove linee programmatiche del centrosinistra – spiega il consigliere Perretta – rappresentano certamente delle buone intenzioni di questo nuovo governo locale. Ma in quanto tempo il centrosinistra ha intenzione di realizzare il suo programma? C’è un dato, infatti, che né i miei colleghi del Polo Civico né gli esponenti del Movimento 5 stelle hanno evidenziato con le loro critiche: e cioè che Battista e la sua Giunta si sono presentati in Consiglio con un programma senza però individuare le priorità e la tempistica per la concreta realizzazione. Prendiamo, ad esempio, la questione della raccolta differenziata. Campobasso è il capoluogo di regione che occupa uno degli ultimi posti nella classifica nazionale eppure i cittadini campobassani subiscono una vera e propria ingiustizia perché, a livello di tassazione, pagano imposte per un servizio che non viene erogato. Quindi, quando Battista parla del primo punto, inserendo in “Campobasso che si rinnova” i vari settori (urbanistica, controllo del territorio, opere pubbliche, manutenzione del patrimonio comunale, protezione civile, raccolta differenziata, verde pubblico, arredo urbano e sanità urbana), perché non puntualizza da dove partire e quanto tempo intende impiegare perché i campobassani vedano i primi risultati? Insomma, perché non assegna all’amministrazione che lui guida e ai cittadini il termine temporale entro il quale ha intenzione di attuare il suo programma la cui attuazione dovrebbe poi essere giudicata dal popolo sovrano? Altrimenti non solo si ha la sensazione che questo governo targato Pd cerchi di improvvisare sperando nella fortuna, ma si rischia di arrivare alla fine della legislatura e non veder concretamente effettuato nulla, senza dover rendere conto, ai cittadini, dei successi o degli insuccessi dell’amministrazione comunale. Senza scadenze da rispettare, infatti, le linee programmatiche sono solo una serie di slogan, di belle parole con cui gettare fumo negli occhi non solo agli stessi colleghi di governo, ma soprattutto ai campobassani. Perché questo capoluogo cambi decisamente rotta, non basta filosofare”.
Perretta critica Battista sulle linee programmatiche: belle parole, ma la tempistica per la realizzazione?
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