Non so voi, ma noi, quando ci troviamo di fronte a situazioni che rasentano l’irrazionale, ci sentiamo enormemente a disagio. Un disagio che disorienta e che, se non ridimensionato, arriva a ripercuotersi a trecentosessanta gradi sul modo di giudicare gli accadimenti, spesso irrazionali; forse! Dopo aver usato un’apertura di tipo ermetico dove il non senso domina, veniamo al nocciolo della questione, che appassiona, si fa per dire, non solo gli addetti ai lavori, ma l’intera collettività che, nonostante tutto attende “la messa in onda delle puntate successive di questo reality il cui epilogo dovrebbe portare, salvo colpi di scena dell’ultima ora, al confronto serio tra le varie anime del PD, ne sono molte e non tutte sulla stessa sintonia, e non a scambi di accuse di non rispetto delle regole cosa di non poco conto. Una situazione che, come uno di quei tormentoni tanto di moda nell’Italietta, mostra che quello che sta accadendo, leggasi scontro all’interno della maggioranza nel corso della riunione dell’Assise di Palazzo D’Aimmo, è forse l’inizio di una serie di “crolli”, caratterizzati da dissidi, ripicche e deliri di onnipotenza che ingenerano non solo confusione su confusione ma agevolano un rimescolamento di ruoli che, nell’assurdo della vicenda, trasforma i vari protagonisti in fantasmi di se stessi.
Ruoli che, come si legge nei vari articoli pubblicati dalla stampa locale, se non ricondotti alla dimensione giusta, potrebbero innescare il cosiddetto effetto “domino”, causando una vera e propria caduta verticale di tutti senza esclusione alcuna. Un qualcosa d’incontrollabile dovuto alla non serenità che regna all’interno dei palazzi del potere o di quello che rimane, giacché molti potrebbero abbracciare il “credo della scissione”. Compagini che, forse, per la non perfetta sinergia di strategie, programmi e uomini, rischia di soccombere causa le “incomprensioni interne” che ingarbugliano ancora di più le cose, senza sapere che la soluzione giusta è: ricostruire dalla base per governare meglio; a tal riguardo invitiamo ad andare a visitare i saloni del Comune di Siena e guardare l’affresco trecentesco l’”Allegoria del buon governo”; intelligenti pauca, dicevano i latini. Insegnamenti che, anche se vecchi di oltre settecento anni, potrebbero essere da sprone al rilancio del Molise che ha assunto l’aspetto di un “clochard”. Una realtà che ci vede spettatori inermi di una partita, nostro malgrado, in cui il risultato è scritto da tempo sul taccuino del “direttore di gara” che non vede l’ora di fischiare il termine della partita. Una realtà che non offre certezze perché di certezze non ve ne sono se non una… a voi la scelta di quella più idonea, sempre che ve ne sia una.
Massimo Dalla Torre