di Massimo Dalla Torre
”Il lavoro svolto sui fondi comunitari di sviluppo rurale e’ stato intenso e ha portato a risultati molto soddisfacenti tant’è che è stato recuperato gran parte del ritardo di spesa accumulato e ciò ha permesso di chiudere la partita con il minimo rischio di penalizzazioni finanziarie da parte della Commissione europea”.
Questo è il commento degli esperti di politiche agricole alimentari e forestali, sui dati della spesa dei Programmi di sviluppo rurale. ”tuttavia in una sola regione del Sud non è stata raggiunta la quota minima di spesa stabilita dai regolamenti comunitari, e per questo potrebbe essere costretta a rinunciare ad una quota parte di fondi europei.
Il condizionale e’ d’obbligo, perché è stato chiesto alla Commissione europea una deroga alla regola del disimpegno, causa gli eventi eccezionali che hanno colpito quel territorio con inevitabili ripercussioni sulle aziende agricole e quindi sulla capacità di realizzazione degli interventi previsti dal relativo programma di sviluppo rurale. In ogni caso il risultato raggiunto è di grande rilievo.
Un risultato che conferma le capacità del mondo agricolo, grazie ad una perfetta sinergia con altri organismi, di utilizzare al meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea in un settore strategico per l’economia del Paese, dimostrando dinamicità e propensione a investire per incrementare la competitività delle imprese agricole italiane e delle aree rurali in generale”. Il tutto in considerazione che negli anni scorsi sono stati erogati contributi pari a svariati miliardi di euro, di cui una quota parte è stata messa a disposizione proprio dall’Unione europea.
Scorrendo la classifica regionale, il podio d’onore della spesa se lo sono aggiudicato ancora una volta le Regioni del Centro Nord, in particolare la Provincia autonoma di Bolzano seguita a stretto giro di ruota da quella di Trento, dalla Lombardia e dalla Valle d’Aosta, mentre distaccate di alcune lunghezze le Regioni del Centro Nord che hanno raggiunto una percentuale soddisfacente fatta registrare dal gruppo ”Competitività”.
Nettamente inferiore alla media nazionale, invece, la perfomance delle Regioni del Sud, anche se i dati sono indicativi perché scaturiscono da misure che avvantaggiano interventi volti al sostegno del ricambio generazionale, di pratiche agricole ecocompatibili e d’investimenti in settori strategici, sia aziendali, sia infrastrutturali, come quelli realizzati nel settore della bonifica e dell’irrigazione con l’obiettivo di diffondere la connettività a banda larga nelle cosiddette aree rurali.
Esperienze che permettono una ripartenza volta a sviluppare un preciso modello di politica agricola comune da attuare sul territorio del Paese, anche se le scelte da fare dovranno essere comunicate direttamente a Bruxelles, solo allora una volta ottenuto il semaforo verde si saprà se queste sono la carta vincente per un settore che sta ripartendo sotto tutti i punti di vista.