L’ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Campobasso, nel rispetto dei suoi principali doveri, ovvero tutela del cittadino e salvaguardia della “buona sanità”, esprime preoccupazione per le condizioni della sanità regionale, che rischia di essere privata a breve di servizi essenziali e di non garantire agli utenti il diritto costituzionale alla Salute. A nove anni dalla sottoscrizione del piano di rientro persiste nell’unica Azienda Sanitaria un grave disavanzo contabile, non è stato chiarito il rapporto tra pubblico e privato, non esistono strutture territoriali intermedie per pazienti cronici, che assorbono ingenti risorse, non è stata adeguata la rete ospedaliera; gli ospedali pubblici, in particolar modo il “Cardarelli”, di fatto riferimento regionale, rischiano di collassare prima della prossima inevitabile scadenza contrattuale del personale dirigente precario, il cui lavoro garantisce ancora strutture come Pronto Soccorso, Cardiologia, Rianimazione, Ortopedia. La fuga di operatori già formati e la mancanza di un ricambio generazionale dei sanitari non troverà soluzioni se non tardive e inadeguate.
Tutto ciò è accaduto perché né le forze politiche locali né le strutture commissariali avvicendatesi hanno mai attuato, evidentemente per meri interessi elettoralistici e scarsa valutazione delle criticità inveterate, quelle scelte razionali che si imponevano e che avrebbero messo anche i Tavoli ministeriali in una condizione di recettività, e non di’totale chiusura, nei confronti del Molise, fanalino di coda in campo sanitario.
L’attuale Dirigenza ASREM, pur operosa e competente, in totale assenza di decisioni istituzionali, locali e centrali, non ha attuato strumenti autonomi efficaci per la razionalizzazione delle risorse e l’avvio di un percorso virtuoso, efficiente e sostenibile. Inevitabilmente anche la sanità “condominiale”, che si è voluta offrire ai nostri utenti, collasserà o verrà gestita dalle regioni limitrofe. Solo l’intervento, con urgenti misure straordinarie, di istituzioni Statali quali Prefettura e Ministeri, eviterebbe, almeno temporaneamente, l’interruzione di servizi indispensabili. Ci auguriamo quindi che il nostro accorato appello venga debitamente considerato e accolto. Contestualmente registriamo l’indifferenza del Commissario ad Acta Paolo Di Laura Frattura nel confronti del nostro Ordine, osservatorio privilegiato del decadimento e voce di oltre 1700 medici e odontoiatri, impossibilitata a dare risposte adeguate ai bisogni di salute e per questo in grave disagio, ma col diritto di essere almeno informati dei fatti.