Campobasso, il candidato Sindaco del PD e M5S esponente della “società civile” (futuro consigliere comunale di opposizione).
Per comprendere le ragioni per le quali il “campo largo” o “coalizione progressista” converge su un profilo della società civile, decretando la propria futura sconfitta, dobbiamo fare un passo indietro e tornare alle Regionali del 25 e 26 giugno 2023.
Ricordate la scelta del candidato presidente voluta dallo schieramento progressista alle regionali 2023?
Apparentemente, la scelta “perdente” del candidato Presidente che venne fatta dal PD e M5S risultò utile e speculare a chi aveva un disegno altro, riuscendo così a eleggere propri rappresentanti di riferimento all’interno del consiglio regionale,senza troppe incognite e senza troppi rischi (disinnescando la variabile dei civici). Mossa perfetta sia per Costruire Democrazia che si inserì e agevolò il piano della minoranza PD che piazzò la sua pedina ai danni della cosiddetta “Sinistra Progressista” ma decisamente utile anche al M5S che contenne la perdita tra le fila dei propri consiglieri regionali.
Alle comunali di Campobasso lo schema si ripete, lo scopo non è quello di avanzare una proposta credibile per provare a governare la città, se così fosse, avremmo avuto da tempo un processo partecipativo promosso dal “campo progressista” e avremmo avuto da tempo un candidato Sindaco. Lo scopo è molto più banale, con buona pace dei campobassani distratti, si replica lo schema delle regionali, Campobasso è una pedina sacrificabile.