di Massimo Dalla Torre
“Né nord, né sud. Un Molise possibile in Europa”. Questo il tema di un dibattito che vide protagonista la nostra Regione. A fare da corollario al tema, considerato che la trattativa fra gli Stati nazionali, le Regioni e la Commissione giunse alla fase cruciale, specialmente in considerazione che il filo conduttore fu phasing-out e zonizzazione, furono alcune domande che vivacizzarono l’incontro: E ora? Che cosa è successo in Molise negli anni passati? Quali sono stati i traguardi raggiunti? Ma, principalmente, quali sono le strategie per un corretto inserimento della Regione Molise nella nuova geografia politica alla luce della coesione economico-sociale dell’Unione Europea?
Domande cui seguirono diversi atti da parte del Consiglio Europeo che adottò una decisione sulle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013 sulla proposta presentata dalla Commissione nel febbraio 2004. Cosa che portò il Parlamento e il Consiglio ad dare l’ok ai nuovi regolamenti adottando, successivamente, gli “orientamenti strategici della Comunità per la coesione”. Su tale base, la Commissione, gli Stati membri e le Regioni definirono i “Quadri nazionali di riferimento strategico” tant’è che fu preparata la nuova generazione di “programmi operativi”, in modo da poter avviare le azioni concrete.
In questo contesto, la Regione Molise intese offrire un sintetico strumento di lettura della situazione economico-sociale regionale al fine di verificare se e in che misura le nuove direttrici comunitarie potevano rispondere correttamente alle esigenze e alle aspettative del territorio. Per farlo, se ne discusse con un autorevole parterre, la cui parte preponderante era costituita da un ampio partenariato regionale.
Tuttavia, nonostante i presupposti cui seguirono azioni incisive non tutto fu portato a termine tant’è che il Molise attende ancora come un astante risposte dall’Europa che, spesso, ignora le esigenze di una piccola realtà del Mezzogiorno d’Italia vera e propria colonna vertebrale economico/finanziaria.