Molise: Fatti non parole; anche perché le parole, come dice un detto se le porta il vento

di Massimo Dalla Torre

Signori si parte: questo, è in estrema sintesi, quello che dovrebbe accadere se solamente si mettessero a frutto le idee spesso rilanciate dall’imprenditoria locale, dal mondo politico, e da quello economico e finanziario. Idee-pilastro che rappresentano la base perché si sviluppi una qualsiasi realtà, specialmente come il Molise fino a questo momento non troppo incisivo, anche se potremo essere una delle Regioni più promettenti del Mezzogiorno. Dicevamo, è arrivata l’ora di dare “fuoco alle polveri” e agire di conseguenza in modo da tenere lontano “le nuvole nere che si profilano all’orizzonte”.

Un invito esplicito affinché si possa dare avvio alla parte più difficile degli impegni che quotidianamente si prende con il cittadino. Un avvio che, non sia né troppo soft, né troppo forte, ma incisivo che faccia decollare, coniugando assieme, le proposte e i fatti come se fossero le dita di un unica mano. Un avvio in cui tutti, e quando diciamo tutti, remino a favore di corrente e se ne necessita anche contro, a dimostrazione che il Molise c’è e intende restarci senza alcun timore di essere accantonato dopo aver reso concreto quanto proposto. Proponimenti che si trasformino in realtà partendo da alcuni punti fermi che sono gli obiettivi da perseguire: Turismo, Ambiente, Edilizia, Energia, Trasporti, Viabilità e Infrastrutture, anche se alcuni di questi devono essere migliorati. Sette punti come i famosi magnifici sette del film degli anni sessanta, che permettano alla nostra realtà di imporsi su quello che è definito il “deserto Meridionale”.

Appellativo che spesso viene fuori a discapito di questa porzione di Paese appetita da molti ma guardata con sospetto per le sfaccettare non sempre favorevoli che presenta. Sette punti su cui si deve insistere se si vuole che il Molise esca dalle paludi e faccia si che la “desertificazione” che negli anni ci ha penalizzato sia un ricordo ma anche monito per agire. Sette piloni di una costruzione che ci auguriamo possa erigersi senza alcuna crepa, altrimenti sono destinati a crollare subito.

Sette punti che possano essere il punto di partenza di un qualcosa che rimanga a dimostrazione che non servono elefantizzazioni per svilupparsi; anche perché l’elefantizzazione spesso è causa di fallimenti, cosa che nella fattispecie ci si augura non accada. Ecco perché mai come in questo momento le idee devono lasciare spazio alle azioni. Le quali, prima di ogni cosa, devono essere prettamente locali e non mascherate da tali. Forze che nascano e che si materializzino nel Molise a dimostrazione che la nostra non è una regione “rannicchiata su se stessa”. Una regione capace di camminare con le proprie gambe senza l’ausilio di alcun “tutore” che nella maggior parte delle volte indebolisce e non fortifica.

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