Sono aumentati del 60% gli infortuni sul lavoro in Molise nel periodo gennaio-maggio 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Crescita che supera anche quella registrata mediamente in Italia dove si è registrato un +48%.
Dei 1.150 infortuni denunciati nei primi 5 mesi dell’anno (432 in più del 2o21), 808 sono avvenuti in provincia di Campobasso (+55%) e 342 in quella di Isernia (+73%).
Quello pubblico, a causa in particolare degli infortuni Covid, il settore più colpito con 204 casi. A
seguire, con 157, trasporto e magazzinaggio, a conferma che se l’organizzazione aziendale è solo tesa ad accorciare i tempi di risposta verso i clienti, spesso è proprio la sicurezza ad essere
sacrificata.
Ad incidere profondamente sul numero degli infortuni è anche il sempre maggiore ricorso al lavoro precario (l’80% dei nuovi contratti di lavoro sono a termine). Precarietà che spesso significa scarsa conoscenza della professione, formazione assente ed elevata ricattabilità di chi rischia di non vedersi rinnovato il contratto nel caso denunci problemi di sicurezza.
Improrogabili quindi investimenti in sicurezza da parte delle aziende che devono anche essere
messe di fronte alla responsabilità delle proprie scelte e dell’esposizione ai rischi. Altrettanto
necessario lavorare sulla cultura della sicurezza, organizzando una formazione continua che parta dai percorsi scolastici. Così come non più rinviabile il potenziamento degli enti preposti ai controlli che non possono arrivare sempre e solo quando è ormai troppo tardi.
Il lavoro, sicuro, stabile e retribuito in maniera adeguata, deve essere lo strumento di crescita di un Paese e di una Regione, in cui va invertita la tendenza che continua a scaricare su lavoratrici e lavoratori i costi sociali di scelte che non vengono fatte.
Il segretario regionale CGIL Abruzzo Molise,
Francesco Spina
Il coordinatore regionale INCA CGIL Abruzzo Molise,
Mirco D’Ignazio