Mission Erasmus, mission “Impossible”? Si direbbe proprio di no!! Martedì 9 Giugno alle ore 10.30 presso la Sala intitolata ad Enrico Fermi della Biblioteca di Ateneo, in viale Manzoni a Campobasso il Rettore, i docenti delegati “Erasmus” dei Dipartimenti, i funzionari dell’Ufficio Relazioni Internazionali, insieme per incontrare e salutare gli studenti dell’Università del Molise in partenza – in mission possible – per l’Europa.
Un incentivo di partecipazioni ad intraprendere ed effettuare questa esperienza di mobilità internazionale, cogliendone appieno tutte le potenzialità ed opportunità.
Erasmus+, il programma dell’Unione europea a favore dell’istruzione, della formazione, dei giovani e dello sport, si inserisce quale parola d’ordine per garantire la possibilità di effettuare un’esperienza di mobilità internazionale, decisiva per la crescita culturale e per la maturazione dello studente, ma anche dell’arricchimento in termini di esperienza, competenza e qualità della carriera accademica.
L’Università del Molise ha colto sin da subito tale opportunità, condividendone pienamente il significato, i vantaggi e l’utilità per i propri studenti, e la scelta di realizzare “l’Erasmus day” non poteva che essere la risposta più adeguata.
“In Italia, sempre più studenti hanno la lungimiranza di cogliere le opportunità di studiare all’estero attraverso il programma Erasmus – ha inteso sottolineare il prof. Claudio Colombo, Delegato del Rettore all’Internazionalizzazione – Quest’anno sono stati più di 20.000 gli studenti italiani che hanno deciso di trascorre un periodo di studio all’estero, purtroppo – ha continuato il prof. Colombo – la maggioranza sono studenti delle Università del Nord e del Centro nord Italia, con una preferenza verso la Spagna, poi la Francia, la Germania e la Gran Bretagna”.
Ma quanto è importante un soggiorno Erasmus per la ricerca di un lavoro? Scrive il Sole 24 ore: “Lo confermano alcune ricerche: secondo l’indagine Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento della laurea, trova lavoro l’89,1% dei laureati che hanno trascorso un periodo di studio all’estero, contro l’84,9% dei laureati che non si sono spostati dall’Italia.
Campobasso 05 giugno 2015
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE
Ufficio Comunicazioni e Relazioni Istituzionali e-mail: carugno@unimol.it
Via De Sanctis – 86100 Campobasso tel. 0874.404322; 404210 – fax 0874.418295
ERASMUS UNIMOL: OCCASIONE ED OPPORTUNITÀ
Ma l’importanza dell’Erasmus è confermata anche da un’altra ricerca pubblicata nel corso del venticinquesimo anniversario del programma e promossa dalla Commissione Europea e dal MIUR secondo cui il 78% dei responsabili delle risorse umane intervistati afferma che, a parità di titoli e meriti, tra due candidati preferisce chi ha avuto soggiorno di studio, di formazione professionale o di lavoro all’estero con il programma “Erasmus”. E non è tutto.
Uno studio pubblicato lo scorso anno dalla Commissione Europea dal titolo “Erasmus Impact Study: la risposta Erasmus alla disoccupazione giovanile” ha evidenziato anche l’impatto positivo che il programma di mobilità giovanile ha sul mercato del lavoro. Tra i laureati l’incidenza della disoccupazione di lunga durata è dimezzata rispetto a chi non ha studiato né si è formato all’estero e, a cinque anni dalla laurea, il loro tasso di disoccupazione è più basso del 23% rispetto ai “non mobili”.
Un altro sondaggio ha raccolto le risposte di 78.891 individui tra studenti, ex studenti e personale docente e non docente rilevando che le motivazioni che spingono lo studente a partire riguardano la voglia di mettersi in gioco in una realtà diversa, sviluppando caratteristiche come tolleranza, fiducia in sé stessi, abilità nella risoluzione dei problemi, curiosità, consapevolezza di pregi e difetti, risolutezza, aspetti molto apprezzati dai datori di lavoro. Lo studio ha rivelato che ad un tirocinante Erasmus su tre è stato offerto un posto di lavoro nell’azienda ospitante; quasi 1 studente su 10 ha dato vita ad una propria attività e più di 3 su 4 prevedono di farlo, evidenziando una forte spinta all’imprenditorialità tra gli studenti con un’esperienza di formazione internazionale nel curriculum.
Importanti anche le relazioni sociali generate attraverso il Programma: il 33% degli ex studenti Erasmus ha un partner di un’altra nazionalità, a fronte del 13% di chi rimane a casa, e il 27% degli studenti Erasmus ha incontrato il proprio partner attuale durante il periodo di scambio. In base a questi dati, la Commissione stima che dal 1987 ad oggi siano nati circa un milione di bambini figli di coppie Erasmus, con la grande fortuna di essere bilingui. Nei prossimi sette anni (2014/2020) il nuovo programma Erasmus+ darà l’opportunità di andare all’estero a 4 milioni di giovani.
“L’importante per lo studente dell’UniMol – evidenzia ancora una volta Claudio Colombo – è cogliere l’occasione al volo senza ansie e preoccupazioni inutili. Accettare la sfida con se stessi e per una volta compiere una mission “impossible”, in un contesto regionale, in un ambito socio-economico, che non sempre riescono ad offrire molte opportunità, e provare ad uscire dal piccolo mondo molisano.